lunedì 30 gennaio 2012

La manutenzione dei freni




Premessa:

E’ bene almeno una volta l’anno procedere allo spurgo dei freni eliminando bolle d’aria e sostituendo l’olio, di seguito la descrizione delle modalità operative per quanto riguarda i freni Avid.
La presenza di bolle d’aria o umidità all’interno dell’impianto provoca un comportamento della leva del freno spugnosa, la potenza frenante è molto debole per il fatto che l’aria miscelata all’olio viene compressa (l’aria è comprimibile, l’olio no)
L’olio freni è igroscopico, quindi tende ad assorbire l’umidità anche se l’impianto è sigillato, può capitare che dell’umidità venga a contatto con l’olio e venga da questo assorbita.
Può succedere inoltre che le guarnizioni si usurino e pian piano lascino trafilare dell’aria.


Istruzione allo spurgo dell’impianto:

materiale necessario: 

-      il kit di spurgo avid, evitate di autocostruirvi il kit con siringhe e serbatoi vari... ho già provato e non si ottiene un ottimo spurgo.
Il Kit di spurgo è composto da due siringhe con tubi dotati di pinza in plastica, chiave torx T25 e T10, vari spessori in plastica, barattolino di olio freni DOT 5.1

Attenzione: l’olio freni è corrosivo, quindi; guanti in lattice e occhiali protettivi, se qualche goccia vi cade sulle parti verniciate rimuovetelo velocemente con acqua fredda.


Inizio della fase di spurgo


1) Preparare la bici:

-Rimuovere la ruota
-Rimuovere le pastiglie (non lasciate le pastiglie nella pinza perchè potrebbe gocciolarvi dell’olio).

-Posizionare lo spessore in plastica rosso tra le pastiglie, questo spessore porta in posizione i pistoncini della pinza e dà la condizione di pastiglie nuove. 



 

2) Posizionare la leva:

È importante che il grano di spurgo si trovi nella posizione più alta possibile per consentire una buona fuoriuscita d’aria.
Regolare il registro della distanza leva in modalità di massima distanza così da riempire completamente il pompante.


3) Preparare le siringhe:

Riempiamo le siringhe d’olio con due diverse quantità, la prima, che andrà collegata in basso sulla pinza freno andrà riempita a metà, la seconda siringa, che andrà collegata in alto sulla leva freno, va riempita solo con 1,5-2cm d’olio essa serve solamente a raccogliere l’olio vecchio.
Una volta riempita d’olio, la posizioniamo verticalmente e con molta attenzione comprimiamo leggermente lo stantuffo fino a farne uscire qualche goccia dal tubicino (come fà il medico prima di un iniezione), chiudiamo il tubicino con la pinza rossa e “mettiamo in vuoto” la siringa tirando lo stantuffo, in modo da rimuovere tutta l’aria presente nell’olio fino a che non smettono di formarsi bolle d’aria, se alcune bolle non si staccano dalle pareti della siringa è utile qualche picchiettio con una chiave o un cacciavite, al formarsi di bolle, la sacca d’aria si sposterà sulla parte alta della siringa, procedere nuovamente ad uno spurgo “tipo medico”.

Attenzione: non tirare troppo lo stantuffo in quanto potrebbe fuoriuscire facendo schizzare fuori l’olio. In caso di contatto con gli occhi seguire le istruzioni presenti sulla bottiglietta del kit.





4) Collegare le siringhe:


Chiudere le pinzette rosse sulle siringhe.
Con la chiave torx T10 in dotazione rimuovere il grano nero di spurgo della pinza, attenzione che l’oring rimanga sul grano, avvitare il raccordo rosso della siringa piena a metà, facendo attenzione che la guarnizione presente sul raccordo della siringa sia posizionata correttamente,non stringere con utensili i raccordi ma utilizzare la parte zigrinata senza esercitare un eccessivo sforzo, eseguire la stessa operazione sulla leva del freno con l’altra siringa.
  



5) Sostituire  l’olio:

Aprire la pinzetta rossa sul tubo della siringa della leva freno.
Aprire la pinzetta rossa sul tubo della siringa della pinza.
Premere la siringa della pinza spingendo all’interno dell’impianto l’olio nuovo.
Nella siringa della leva freno uscirà l’olio vecchio, spesso di colore scuro, procedere fino a che l’olio sporco non ha finito di uscire o comunque fino a che la siringa della pinza freno non è quasi vuota, lasciare al suo interno circa 1 cm d’olio onde evitare di pompare aria.  

 

6) Pulire le siringhe:

chiudiamo le pinzette rosse presenti sui due tubicini di entrambe le siringhe, svitiamo la siringa lasciando i tubi trasparenti chiusi collegati all’impianto freni.
Svuotiamo la siringa contenente l’olio sporco e la riempiamo a metà con olio nuovo, se è troppo vuota riempiamo anche l’altra siringa.
Ricolleghiamo entrambe le siringhe ( dopo aver tolto le bollicine e spurgato la siringa) ai tubicini, apriamo le pinze rosse sui tubicini.



7) Spurgare la pinza:

Dopo aver pinzato la leva freno in modo che sia a contatto con il manubrio, facciamo 2 giri di nastro isolante da elettricista per farla rimanere premuta, così isoliamo il pompante e la siringa superiore dal resto dell’impianto.
Procediamo allo spurgo della pinza freno premendo e aspirando a stantuffo la siringa, premiamo la siringa in modo da pressurizzare l’olio, depressurizziamo la siringa tirando con forza lo stantuffo facendo del vuoto e permettendo alle mini bollicine di aumentare di volume e accumulare tutta l’aria, essa risalirà nel tubicino andando a posizionarsi tra stantuffo e olio. Ripetiamo l’operazione più volte fino a che non fuoriescono più bollicine, per agevolare la fuoriuscita dell’aria è utile dare dei colpetti con un oggetto metallico all’impianto freni e al tubicino della siringa. 



Quando l’aria smette di fuoriuscire, significa che la pinza freno è correttamente spurgata, sarà comunque impossibile estrarre completamente tutta l’aria presente.


Attenzione: se le bolle d’aria si susseguono in un flusso costante e continuo anche dopo numerosi cicli di depressurizzazione significa che c’è un trafilamento nell’impianto controllate il corretto serraggio del raccordo con la pinza e che sia integro e presente l’OR nero sul pomello color oro.


8) Come rilasciare la leva freno:

Tenendo premuta la leva freno con una mano, (questa operazione andrebbe fatta in due)  rimuoviamo il nastro isolante che la teneva premuta, con l’altra mano spingiamo la siringa della pinza freno e lasciamo che la pressione che si percepirà sulla mano faccia ristendere la leva molto lentamente, sarà la spinta della siringa a spingere la leva, la mano accompagna solamente in modo che non entri aria nel circuito, a leva è completamente estesa, vedrete l’olio uscire nella siringa superiore della leva freno.


9) Rimuovere la siringa dalla pinza freno:

Chiudiamo la pinzetta rossa sul tubicino della siringa della leva freno e rimuoviamo il raccordo zigrinato color oro della siringa della pinza freno (ricordate che l’olio è corrosivo e rovina la vernice del telaio, quindi evitate di farlo gocciolare su di esso, preparatevi qualche straccio sul manubrio.
Rimossa la siringa e il raccordo, chiudiamo il grano (tappo) nero con la chiave torx T10, assicuriamoci che l’OR nero sul tappo sia posizionato sotto la testa del grano in modo corretto.



Attenzione: non stringere eccessivamente il grano (tappo con OR)  o potrebbe danneggiarsi l’OR (vi consiglio una volta smontato di rilevarne le misure ed acquistarne qualcuno di scorta)

 
10) Spurgare il pompante (leva freno):

Procedendo come al punto 7, ora spurghiamo il pompante.
Procediamo sempre comprimendo e poi depressurizzando l’olio nella siringa per far risalire le bollicine d’aria.
Diamo alcuni colpetti alla leva e alcune pinzate leggere lasciando la leva scattare a riposo da sola senza accompagnarla in modo da assicurarci che tutta l’aria incastrata nel pompante fuoriesca.
Una volta che l’aria ha smesso di fuoriuscire proviamo a sentire la “durezza” della leva. Premiamo con un dito sulla siringa e frenando leggermente cerchiamo di percepire che i due movimenti siano simultanei e che la risposta sia immediata.

 
11) Rimuovere la siringa dalla leva freno:

Chiudiamo la pinza rossa sul tubicino della siringa della leva freno, svitiamo il pomello oro zigrinato ed avvitiamo il grano nero con l’apposita chiave senza stringere eccessivamente (controllate prima del montaggio che l’OR sia presente, è normale che una goccia d’olio fuoriesca, asportiamola con uno straccio umido (non solventi ne benzina ma solo acqua).


12) Ultimazione della fase di spurgo:

Sempre con lo spessore rosso a forma di cono tra le pastiglie, controlliamo che la risposta del freno sia ottimale, puliamo eventuali residui d’olio con acqua fredda e accertiamoci che non ci siano perdite.
Rimuoviamo lo spessore rosso in plastica e installiamo le pastiglie.
Per essere sicuri di aver rimosso completamente le tracce di eventuale olio è meglio versare dell’acqua con una bottiglia nei punti di spurgo e asciugare con aria compressa.




Deotto Devis

mercoledì 25 gennaio 2012

Monte Zouf e i single tracks di Verzegnis


Ecco giunti al terzo episodio sui single tracks di Verzegnis, ottimi itinerari per l’allenamento invernale ma non solo, sia per la salita che per quanto riguarda la tecnica di discesa.
Con questo itinerario andiamo a toccare l’apice del tecnico in discesa della zona, consiglio quindi il tracciato a chi è molto abile con i single in pendenza negativa.



SVILUPPO:

DISTANZA TOTALE 15,15 KM
DISLIVELLO TOTALE 521 MT
PENDENZA MAX SALITA 36,7 %
PENDENZA MAX DISCESA -37,8 %
DIFFICOLTA’ SALITA: media
DIFFICOLTA’ DISCESA: molto impegnativo a tratti


DESCRIZIONE:

Il tour ha inizio come di consueto dal parcheggio antistante il campo sportivo di Cavazzo Carnico, ottimo per l’ampio spazio che consente di parcheggiare e prepararsi anche a gruppi numerosi in assenza di traffico.
Si parte in direzione della trattoria Al Pescatore, dopo aver attraversato il ponte sopra il parcheggio da cui siamo partiti si svolta a sinistra seguendo le indicazioni.

Si percorre la stretta valle attraverso la strada vicinale asfaltata sempre dritti fino in vista della trattoria.
Nel prato antistante il locale (km 1,93) si dirama sulla destra una pista forestale di recente costruzione, i primi metri non hanno grande pendenza, ma giunti alla vegetazione la strada impenna notevolmente consentendo a pochi di pedalare, anche per il fondo costituito da ghiaia smossa.
Si prosegue sulla carrareccia con pendenza impegnativa fino al km 3, dove la strada spiana consentendo la ripresa delle forze.
La mulattiera segue il vecchio sentiero con dei saliscendi fino a giungere dopo qualche metro di discesa ad un piccolo corso d’acqua che dovremo attraversare; ora, per una decina di metri la bici dovrà essere portata a spalla fino ad arrivare alla continuazione della strada (il ponte che guada il ruscello non è ancora stato costruito, rilievo gennaio 2012).
Si riprende con una parte cementata che ci fa salire di quota fino ad un falsopiano dal fondo sterrato molto sconnesso che ci ricongiunge alla strada sterrata proveniente da Pusea (km 4,46).
All’incrocio in un tornante  prenderemo a destra per il monte Zouf, il fondo è stato recentemente sistemato e quindi molto scorrevole.
Dopo quindici minuti troveremo una briglia cementata sulla sinistra (km 4,96) lasceremo la strada principale svoltando a sinistra puntando la sella di fronte a noi, dopo qualche metro la traccia si divide, il nostro itinerario prosegue sul single di sinistra.


Oltrepassata la selletta (Gadoria del Perar) siamo rivolti sulla vallata di Verzegnis, a sinistra l’abitato di Intissans, di fronte uno scorcio su Tolmezzo.
Il tratto descritto di seguito è per soli esperti, raccomando come al solito casco, protezioni e un pò di coraggio…
Ci accingiamo ad una discesa davvero tosta, sia per la pendenza che per quanto riguarda i numerosi passaggi tecnici, la traccia non ha diramazioni e quindi impossibile perdersi.
Si scende velocemente di quota, quasi sempre in sella a parte un piccolo attraversamento a piedi sul Rio Lattar, dopo un pianoro si giunge nei pressi degli stavoli diroccati di “Bocchiaia”, se non siete del posto non vedrete nemmeno i ruderi ma sulla cartina sono ancora segnati.


Si riprende con l’ultimo tratto tecnico ed esposto dell’escursione, ci troviamo sopra il torrente Ambiesta che costeggeremo dall’alto fino ad un ponte cementato che ci permetterà di attraversare e cambiare versante.
Un centinaio di metri prima del ponte si può notare la presenza di un antico mulino in disuso usato dagli abitanti di Intissans per macinare la farina, si può far visita scendendo dalla sponda opposta dopo aver oltrepassato il ponte.


Si riprende a salire per un breve tratto su un sentiero in cui scorre un piccolo rigagnolo, sulla parete in tufo a sinistra possiamo ammirare una folta copertura di muschio verdissimo, la traccia prosegue ampliandosi in una piccola stradina che a zig zag ci porta in poco tempo ad un incrocio a cui svolteremo in salita a sinistra in direzione dell’abitato.
Ad un secondo incrocio fra le abitazioni svolteremo a destra dirigendoci verso la campagna fino ad incontrare una chiesetta ad un quadrivio.
Una decina di metri prima della chiesetta si stacca sulla destra una strada sterrata, proseguiremo su di essa in direzione “La Pala”.
Dopo qualche strappetto non impegnativo proseguiremo su traccia erbosa in piano mantenendo sempre la destra, dopo qualche centinaio di metri ad un tornante sinistrorso dove la strada termina, si stacca un sentiero a destra in piano.
Il sentiero è ben curato e si scende a piedi solo per qualche passaggio stretto, fra profumate pinete raggiungiamo costeggiando uno steccato “il Plan dal Cjar” dove sorge un piccolo stavolo appena restaurato.

Lasciando lo stavolo alla nostra destra proseguiremo a sinistra su asfalto ed al bivio poco distante ancora a sinistra in discesa, dopo una breve risalita al km 9,31 parte una mulattiera a destra, svolteremo su di essa verso la località “Forans”
Sempre su comoda mulattiera scenderemo veloci fino alla prima prova di equilibrio, ad un tratto troveremo la strada erosa dall’acqua, a voi la scelta di percorrerlo in sella o meno.
Si scende fino all’attraversamento di un ruscello, dove la strada si trasforma in un bellissimo single in piano che ci conduce “nei Forans” bosco in cui da piccolo passavo le giornate con i miei nonni e in cui sgorga una risorgiva chiamata “aga da fan”.
Dopo un breve tratto di salita arriveremo ad una parete rocciosa che parte a strapiombo sopra di noi, questa parte del single è molto impegnativa ed esposta sul torrente Ambiesta, vi consiglio se non preparati al tecnico a proseguire a piedi per una cinquantina di metri fino a delle opere militari dove il sentiero si tranquillizza un po’.
Vi consiglio una sosta presso le opere militari anche per alzare il naso sulla parete che vi sovrasta per scorgere le feritoie delle gallerie costruite nel periodo della guerra.
Al km 21,31 il sentiero inizia a salire, purtroppo sassoso e non ciclabile, procederemo a spinta per un centinaio di metri sulla vecchia strada militare che collegava Verzegnis a Tolmezzo.
Si spinge la bici fino alla vista di un apertura a destra fra le muraglie che costeggiano la stradina, si sale in sella e seguendo le tracce delle moto da cross ci si prepara ad affrontare un altro emozionante tratto da trial.
La discesa non è estrema ma nemmeno facile, sono presenti delle radici scivolose e l’intera traccia è ricoperta da un triturato di roccia di tufo.
Dopo aver percorso questo emozionante single…trial saremo alla volta del vivaio di Avons, dove incrociando la strada statale svolteremo a destra per dirigerci a Cavazzo e raggiungere il punto di partenza.
Si scende in mezzo al bosco fra radici a cui bisogna porre molta attenzione seguendo la traccia principale, si noteranno diversi sentieri scavati dalle moto, tutti portano a valle sulla regionale per Cavazzo che da questo punto è molto visibile.
Giunti al km 22,82 su strada asfaltata ci troviamo in località Avons e sempre su asfalto prendendo a destra in direzione di Cavazzo Carnico.
Proseguiamo su asfalto fino al km 12,38 dove noteremo sulla destra la confluenza con una laterale sterrata, la mulattiera prosegue in sottobosco in piano fino a giungere ad uno spiazzo erboso sulla sinistra dov’è presente una staccionata con il cartello di proprietà privata.
Dallo spiazzo si nota una esile traccia che si addentra nel bosco, con un saliscendi attraverso la “Palude das Fontanas” raggiungeremo la campagna di Cavazzo nelle vicinanze del punto di partenza.
Sempre sulla comoda traccia divenuta ampia mulattiera ci dirigiamo verso la statale, dove al suo incrocio svolteremo a destra e su asfalto raggiungeremo il parcheggio da dove siamo partiti.

Deotto Devis

Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.