giovedì 15 dicembre 2011

Come utilizzare il GPS per la mountain bike



Sono ormai anni che la tecnologia GPS (global positioning system) è entrata a far parte della nostra vita. Inizialmente essa venne utilizzata per scopi militari (PPS), quindi fu resa disponibile a tutti una versione molto meno precisa ed affidabile (SPS) per poi equiparare i due sistemi nel 2000. Questa rete (allora di 24 satelliti, oggi 31) da cui vengono rilevati i dati, è di proprietà americana ed è gestita da autorità militari che potrebbero un giorno, a loro inappellabile discrezione, decidere di bloccare l'accesso al sistema o ridurne la precisione. Dopo questa breve introduzione storica, entriamo nel merito incrociando le dita...
Il GPS oggi viene utilizzato per scopi civili in moltissimi ambiti: dalla navigazione all'orientamento stradale. Ultimamente l'evoluzione dei dispositivi ricevitori del segnale hanno raggiunto una tale leggerezza e compattezza da poter essere installati su una bicicletta senza gravare in peso e volume sui pedalatori. La forte diffusione di questi dispositivi negli ultimi anni ha trovato un terreno molto fertile tra i MTBiker in quanto il segnale satellitare può aiutare soprattutto in caso di mancanza di indicazioni (come nei boschi o sui sentieri isolati). Di seguito cercherò di riassumere brevemente l'utilità e le potenzialità (per lo meno quelle da me conosciute, non sono certo un esperto nel settore, ma soltanto un appassionato) dei dispositivi GPS per chi pratica mountain bike, dando alcune dritte e qualche utile riferimento nel web per reperire informazioni e percorsi scaricabili per godere delle bellezze del mountain biking senza imprecare ad ogni bivio sbagliato o saltato.
A ogni bikers che si possa definire tale è sicuramente capitato prima o poi di trovarsi in mezzo ad un bosco, su una carrareccia o su un divertente single track e trovarsi di fronte un bivio imprevisto e sconosciuto. Che fare? Quale strada imboccare per continuare nella giusta direzione e portare a termine il percorso prestabilito senza dover fare chilometri e chilometri di noiosissimo asfalto o senza vagare per ore nel sottobosco? Si lanciava la monetina... testa a destra, croce a sinistra. Spesso andava bene e si proseguiva sul divertente sterrato che l'amico ci aveva consigliato, ma a volte si imboccava la via errata e ci si ritrovava, se andava bene, su una trafficatissima statale oppure, se andava male, al termine di una discesa ripidissima e lunghissima nel bel mezzo della vegetazione con la traccia del sentiero che si disperdeva tra le felci pochi metri davanti a noi. Ora il rischio si può ridurre al minimo (non dico eliminare perchè non si sa mai...) utilizzando un dispositivo Global Positioning System (GPS) per leggere il territorio ed assicurarci di aver scelto il tracciato corretto senza perdere ore a chiedere informazioni o a percorrere a ritroso un sentiero sbagliato. Inoltre sfruttando la rete e le sue infinite capacità di produrre informazione a costo zero, si potrà reperire percorsi differenti per variare i propri itinerari ogni week end. Sia però chiaro che non si deve abusare di questo strumento (quante storie si sono sentite di gente che fidandosi ciecamente di un gps è finita con l'auto in un lago, addosso a un muro, bloccato su una scalinata...): il GPS non deve togliere il gusto di esplorare tipico della MTB, non deve sostituire il paesaggio (godiamoi quello che ci sta attorno, non controlliamo il GPS ogni 5 secondi!) e nemmeno la nostra mente (in fondo se abbiamo inforcato la MTB è per immergerci nella natura e cercare un pò di avventura, non per sederci in poltrona a guardare un film). Dopo questa debita premessa voi vi chiederete...ma allora che diavolo lo prendo a fare questo GPS? Il dispositivo GPS è utile per pianificare un'uscita (conoscere tempi di percorrenza, lunghezza, deviazioni, scorciatoie, punti di ristoro, dislivelli e distanze), in caso di emergenza (valutare eventuali scorciatoie se si è stanchi, si sta facendo buio o si hanno problemi fisici o meccanici) ed aiuta a conoscere vie percorribili su un territorio nuovo o poco conosciuto.
Entriamo ora nel dettaglio. Il navigatore GPS è lo strumento che ci permette di visualizzare il percorso (traccia) e le informazioni relative ad esso durante la nostra escursione. Su di esso è possibile caricare percorsi scaricati da internet per poi seguirli durante l'escursione oppure salvare un percorso che conosciamo e quindi condividerlo con altri utenti in diversi siti dedicati. Le tracce da caricare sul dispositivo sono dei files, solitamente con estensione GPX (in caso necessitiate di convertire files per il vostro dispositivo GPS il sito GPSvisualizer risulta molto comodo - è gratuito), in cui sono contenute le informazioni relative al percorso mentre i punti di interesse vengono salvati in files con estensione WPT (waypoints, cioè dei segnaposto che sono stati creati per indicare un luogo particolare sul percorso, ad esempio un bivio, una malga, una sorgente ecc...). Per la visualizzazione del tracciato sul nostro PC dovremo utilizzare un software. Solitamente quando si acquista il navigatore viene fornito un cd su cui è presente un software base con cui leggere  ed archiviare i files. Altri software per l'editazione di tracce GPS possono essere acquistati separatamente (qui la demo gratuita di CompeGPS Land) oppure scaricabili gratuitamente in rete (Easy GPS). All'interno del software solitamente possiamo elaborare a nostro piacimento il percorso e visualizzarne mappa e dislivelli. Sempre tramite il software è possibile caricare/scaricare le tracce sul nostro navigatore.


Una volta caricata la traccia sul nostro navigatore, non ci resterà altro che partire. Quando saremo giunti nel luogo di partenza, accenderemo il dispositivo ed una volta che esso avrà ricevuto il segnale dai satelliti ci apparirà nello schermo la traccia con un numero progressivo che ci segnalerà la direzione in cui il percorso andrà seguito ed un triangolino indicante la nostra posizione. Zoomando avanti e indietro potremo vedere maggiore o minor dettaglio a seconda della necessità.

Grazie a Leonardo Corradini di lifeintravel.it per la gentile concessione,

http://www.lifeintravel.it


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