martedì 27 settembre 2011

Anello del Lovinzola da Villa Santina



Itinerario impegnativo ma molto vario per vari aspetti, dapprima un avvicinamento su asfalto pianeggiante permette un buon riscaldamento, (un unico tratto al 20% nella parte finale), poi nuovamente un lungo falsopiano in leggera discesa che permette di recuperare fiato in preparazione al secondo sforzo della giornata, poi una pista forestale in una magnifica e ombreggiata faggeta che gradualmente si trasforma in quota in sentiero rivolto sui prati della Valle di Preone, un finale particolarmente “trialistico” che riporta a valle e che conclude l’escursione. Si raccomanda un ottima preparazione fisica per la salita e buon controllo della bici in discesa (possibilmente biammortizzata e con freni a disco)

In breve:

KM TOTALI: 30.17
DISLIVELLO TOTALE: 1356
QUOTA MASSIMA: 1597 mt
IMPEGNO FISICO SALITA: medio
IMPEGNO TECNICO DISCESA: molto elevato
TEMPO DI PERCORRENZA SENZA SOSTE: 4.30 h

Descrizione:

L’anello ha inizio dal comodissimo ed ampio parcheggio del campo sportivo di Villa Santina, raggiungibile dalla regionale 52 che conduce a Enemonzo e Ampezzo.
Da qui si inizia a pedalare in direzione Enemonzo, si attraversa l’abitato su comoda strada asfaltata purtroppo molto trafficata fino ad arrivare all’incrocio per Preone (km 4,96) in cui si dovrà svoltare a sinistra.
La salita è piacevole e non impegnativa, si percorre il centro del paese e ci si appresta ad un tratto a volte dalle generose pendenze (20%).
Pian piano la pendenza si placa e in piano si giunge alla verdissima Valle di Preone.

 
Lungo il falsopiano si possono scorgere le numerose casette in pietra restaurate, i prati curati maniacalmente, e volendo…perché no….a naso all’insù lanciare uno sguardo alla meta da conquistare….
Si arriverà ad un quadrivio (km 14,67) con varie indicazioni,(a destra per malga Pezzeit)

la prosecuzione dell’itinerario sarà a sinistra, percorrendo la “comoda” e panoramica pista forestale CAI 807 fino a casera Palis (alt 1347 mt km 18,62) dove sarà d’obbligo una sosta ristoratrice.

 
A “serbatoio pieno”, su carrareccia meno rovinata e mista a vegetazione, ci dirigiamo alla volta di Forchia Rizzat (alt 1371 mt, km 19,55), che raggiungeremo in 20 minuti circa.
Giunti in un piazzale, ci troveremo ad un quadrivio (tra cui il sentiero CAI 804 che scende a Preone ma non ciclabile…e se ve lo dico credetemi) bisogna fare attenzione ad imboccare il sentiero che ci accompagnerà in vetta, il quale parte alla destra da cui arriviamo.( segni CAI sui sassi a terra).
Il CAI 807 parte deciso ed a tratti nel sottobosco di faggio, ma subito dopo il primo tornantino si placa mantenendo una pendenza costante e non impegnativa per tutta l’ascesa, permettendo di pedalare quasi fino alla cima (porre attenzione nei tratti esposti, sono presenti numerosi massi “mimetizzati” sotto l’erba).
All’approssimarsi alla vetta (punto altimetrico più elevato dell’escursione alt 1588 mt, km 20,88 ), un panorama mozzafiato ci lascerà senza parole, a questo punto il sentiero diventa molto ampio ed erboso mantenendosi pianeggiante in quota fino a raggiungere la Casera Lovinzola di sopra.

 
Lungo questa interminabile e panoramica traversata avremo “sotto’occhio” a 180° la catena montuosa Carnica e dalla parte opposta il roccioso monte Verzegnis.

 
Ci inoltreremo in un verdeggiante canyon, da qui saremo prossimi alla Casera Lovinzola di sopra (alt 1524 mt)



Indossate le protezioni e il casco è il momento di intraprendere “la lissa” cioè il sentiero CAI 806, il quale ha inizio proprio di fronte alla casera.

 
Il sentiero si fa subito tecnico e molto scivoloso con fango e muschio permettendo a pochi “equilibristi” di stare in sella.
Poco dopo si giunge alla Casera Lovinzola di Sotto (alt 1341 mt, km 24,13) che lasceremo a sinistra per proseguire ora su tratto veloce con fondo foglioso fino ad un “tranello” a cui dovremo fare attenzione!!!
La velocità di questo tratto potrà farci perdere il sentiero principale, causa la scarsa segnaletica biancorossa, arrivati ad un pianoro proseguire il sentiero a 90° rispetto al nostro arrivo, da questo punto saranno visibili nuovamente i segni CAI.
L’806 prosegue con pendenze impegnative e a tratti assente di segnalazioni, nel dubbio è consigliato fermarsi e consultare la cartina o il gps in quanto questa parte del sentiero è costeggiata dai crepacci della Valdagnello.


Dopo una snervante discesa incontreremo la forestale CAI 828 per Chiampomano che percorreremo per poche centinaia di metri.
Bisogna fare molta attenzione all’ultimo tornante destrorso, da qui si stacca a sinistra la prosecuzione del sentiero CAI 806 che ancora molto impegnativo andrà a concludere l’escursione.
Quasi a fondovalle incroceremo uno dei sentieri delle opere militari ristrutturati da poco, è ben segnalata la prosecuzione a destra.
La traccia spiana diventando sassosa ma percorribile senza problemi fino ad un quadrivio dove continueremo diritti (a destra per chi volesse visitare la cascata Plera, a sinistra per gli amanti dei fortini militari ristrutturati ed aperti al pubblico).
Un ultimo sforzo in salita ci permette di immetterci prendendo a sinistra nella sterrata che collega la cascata Plera alla strada Regionale di Invillino.
Qualche chilometro in discesa e troveremo l’asfalto della regionale Invillino-Verzegnis, ancora in discesa fino a giungere al gobboso ponte della località Madonna del Ponte, da qui dopo il piazzale della chiesetta si stacca una stradina che porta alla zona industriale di Villa Santina (seguendo le indicazioni in loco si possono visitare gli scavi archeologici)
Sempre in piano attraversiamo i prati prossimi alla zona industriale ed alla confluenza proseguiremo a sinistra, un lungo rettilineo costeggiato da fabbriche ci condurrà all’ultimo bivio della giornata e con un ultimo sprint sulla strada laterale di sinistra ci ritroveremo al punto di partenza.



Deotto Devis


Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.


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