martedì 6 dicembre 2011

Anello del monte Verzegnis da Assais


Per questa escursione ci spostiamo nella mia terra d’origine, Verzegnis.
Per chi non lo conoscesse, Verzegnis è un comune composto da 4 frazioni principali e varie borgate sparse qua è là, in una ridente vallata a circa 400 mt di quota, alcune oramai disabitate altre frequentate per le vacanze estive, gli abitanti sono soprannominati “Gnaus” derivato dalla traduzione di “rapa” simbolo che risale a moltissimi anni fa quando a Verzegnis erano molto diffuse le coltivazioni di rape.
Verzegnis inoltre è "famosa" per il conosciuto lago artificiale che lo si può visitare dalla frazione Chiaicis e che si trasforma in meta balneare nei mesi estivi.
Verzegnis è raggiungibile da principalmente da Tolmezzo, ma ci si può arrivare anche da Vito D’asio e Forgaria del Friuli.


In breve:

Impegno fisico salita: medio
Impegno tecnico discesa: elevato
Distanza:23 km
Dislivello totale: +1162 mt
Pendenza max salita +29.8%
Pendenza max discesa -38.0%


Descrizione:

L’inizio di questa escursione ad anello parte dalla frazione più remota di Verzegnis, Assais, raggiungibile dalla provinciale per Sella Chianzutan seguendo le tabelle apposte ad ogni bivio, le coordinate GPS sono le seguenti:

N 46° 23’ 9.051”
E 12° 57’ 14.681”

Posteggeremo nel piccolo piazzale dell’abitato raggiungibile prendendo la laterale destra all’ingresso del paesino dov’è presente una fontana a cui si può fare rifornimento d’acqua.
Partiamo in sella e dirigendoci verso il bivio descritto in precedenza svolteremo a destra sempre su asfalto.
Dovremo percorrere qualche chilometro su asfalto, troveremo delle brevi rampe da affrontare con calma per scaldare i muscoli in preparazione alla sterrata per il monte Verzegnis.
Al km 1,53 scorgeremo a sinistra l’imbocco di una sterrata senza indicazioni, proseguiremo su di essa in salita sempre e senza mai deviare sulle laterali che incroceremo lungo il percorso, fare molta attenzione al km 3,31 dove un bivio può trarci in inganno facendoci deviare sulla strada di destra in discesa.
Prenderemo quota con qualche tratto impegnativo ma mai estremo fino a confluire in piano sulla strada per la cava di marmo km 5,80.
Si prosegue in salita a destra, in discesa a sinistra si incrocerebbe dopo qualche chilometro la strada per Sella Chianzutan.
Da questo bivio la sterrata è ben marcata dai camion della cava e quindi senza difficoltà si raggiunge il rifugio incustodito Presaldon, raccomando anche in questo tratto di rimanere sulla traccia principale senza svoltare nelle diramazioni presenti sui tornanti.


Il rifugio Presaldon è situato a 1314 mt di quota e lo raggiungiamo al km 9, dove è d’obbligo una sosta con la visita alla baita costruita nel 1988 dai volontari di Verzegnis.
Fatte le foto di rito con lo sfondo della Amariana e la val Tagliamento lasciamo Presaldon alla volta della prossima meta, la cava di marmo rosso.
E’ dicembre e trovarci a questa quota in mtb ci sembra impossibile, i monti circostanti non sono ancora ricoperti dal manto nevoso… gli unici fortunati sono il Coglians e il Peralba. 


Saliamo ancora, il freddo è pungente e ci anestetizza pure le labbra, la sacca idrica è inutilizzabile… in questa occasione il Bepi avrebbe cantato la sua consueta canzoncina “Seee non sooon maattiiii non li vigliamoooo” che solitamente ci intona nei tratti tecnici che percorriamo in discesa.
Dopo un tratto ventoso in ombra siamo nei pressi della “sedia” una grande sediona in legno di cui non conosco il significato (se qualcuno lo sa commenti così correggo).


Ancora uno strappo impegnativo e saremo alla volta di una prima galleria (murata), sotto a noi Villa Santina e di fronte Lauco e le sue frazioni.
Raccomando di percorrere il tratto che ci avvicina alla seconda galleria pedalando a sinistra vicino alle reti e di indossare il casco, la strada è sprovvista di guard rail e molto esposta.
Al km 12 saluteremo la val Tagliamento che ci ha accompagnato per tutta l’ascesa con il suo magnifico panorama ed entreremo in galleria, fate attenzione ai camion della cava che scendono carichi, se avete al seguito una luce lampeggiante accendetela.


Oltrepassata la galleria che “trafora il Colle dei Larici” vedremo sulla destra in alto i lavori di estrazione della famosa cava di marmo rosso che risale al dopoguerra ma tuttora attiva.
Sempre più ibernati ci troviamo davanti ad un traliccio di 30 mt, dove sono montate delle ventole eoliche, alla nostra destra il cancello della cava che purtroppo non è visitabile, a sinistra quel che rimane dei vecchi binari utilizzati un tempo per portare i blocchi alla teleferica e di fronte a noi una stradina di recente costruzione che porta a casera Val, la prossima meta.


Una folta e fredda nebbia sale dal canale “Agarat”, a tratti per fortuna spunta il sole che ci concede la vista di uno stupendo luccichio del mare sopra le nubi…Loris alla discesa parte a razzo e si perde il panorama!!!


Giunti a casera Val abbiamo percorso 14 km e ci troviamo a 1659 mt di quota, Loris (con i guanti estivi senza dita) consultando i sensori stile ispettore Gadget sulle dita afferma che se sente freddo alle mani vuol dire che fa freddo veramente… non commento và….  noto che il sudore sulla fascia che gli circonda la testa è diventata brina, forse ha ragione?


Sta il fatto che ha talmente freddo che ci delizia con una pattinata su un vascone gelato della casera.
Andiamo avanti “o la procescion si ingruma!” (traduzione, andiamo avanti e non perdiamoci in chiacchiere!), ripercorriamo il tratto di strada al contrario verso la cava per un centinaio di metri, ma facendo attenzione a notare sotto la strada un segnavia CAI, al km 14,50 bici a mano scendiamo a piedi dalla strada al sentiero.


Inizia qui il consueto appuntamento con l’allmountain, quindi, casco, guanti, occhiali e protezioni.
Si prosegue sulla traccia CAI 806 molto tecnica e a tratti esposta, dove dopo un traverso nei prati dovremo svoltare a destra in discesa (a sinistra sopra di noi il traliccio menzionato qualche paragrafo fà).
Il sentiero è segnalato benissimo e non ci sono deviazioni, percorriamo un tratto sotto le rocce molto panoramico ma assai esposto, il fondo è ghiaioso, fare attenzione.
Al km 15,17 scollineremo su Sella Chianzutan, avremo di fronte il monte Piombada e le piste da sci, un breve tratto ci separa dall’incrocio con il sentiero che sale alla teleferica, da qui proseguire in discesa a destra.
Vi raccomando molta attenzione in questo tratto molto tecnico e esposto dove solo i più bravi possono permettersi di stare in sella…ma noi siamo laureati al Monticello e quindi da temerari cavalchiamo la bike anche qui!


Incroceremo più a valle una pista forestale che taglia il sentiero, esso riparte sotto ad essa.
Giuliano sta prendendo sempre più confidenza con la Yekill e con fare trialistico ci mette a tacere.
Si percorre tutto l’806 fra mille diverse difficoltà fino a raggiungere la malga Mongranda 1072 mt di quota e a 17,15km dalla nostra partenza, si oltrepassa la casera e si prosegue su asfalto in discesa fino ad un tornante destro dove da esso parte sempre l’806 che porta all’albergo Sella Chianzutan.
Si incrocia nuovamente una forestale, la si oltrepassa riprendendo il sentiero che poco dopo sbuca nei prati di fronte al piazzale di Sella.


Una volta sull’asfalto scenderemo verso Verzegnis sulla strada Provinciale 1, al km 20,68 dovremo fare attenzione alla stradina sterrata che parte a destra, essa, attraversando la località “Fuignis” ci conduce alla comunale proveniente dal lago,attraversata, di fronte al nostro punto d’arrivo parte una stradina asfaltata che percorreremo in picchiata verso valle immersi in un magnifico bosco di faggi.
Al km 22 saremo prossimi all’incrocio sulla SP1 e con molta attenzione la attraverseremo prendendo a sinistra in salita e affrontando l’ultimo strappetto di 50 metri della giornata devieremo a destra alla volta di Assais per raggiungere così dopo qualche chilometro il nostro punto di partenza.

 Devis Deotto




Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.

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