mercoledì 28 marzo 2012

Il bike park del monte Alz


Ecco giunti al quarto episodio sui single tracks di Verzegnis, ottimi itinerari per l’allenamento invernale ma non solo, sia per la salita che per quanto riguarda la tecnica di discesa.
Itinerario per chi cerca una discesa veloce e tecnica stile bike park.
Il sentiero è raggiungibile anche dalla borgata Pusea per chi non volesse fare una lunga pedalata, ma a in questo caso bisogna organizzarsi con 2 auto, una a Cavazzo e una a Pusea.


 SVILUPPO:


DISTANZA TOTALE 18,84 KM
DISLIVELLO TOTALE 558 MT
PENDENZA MAX SALITA 30,7 %
PENDENZA MAX DISCESA -32,7 %
QUOTA MAX: 718 MT
DIFFICOLTA’ SALITA: medio-elevata
DIFFICOLTA’ DISCESA: veloce e molto impegnativo a tratti
TEMPO DI PERCORRENZA CON SOSTE: 3 ORE



DESCRIZIONE:

Il tour ha inizio come di consueto dal parcheggio antistante il campo sportivo di Cavazzo Carnico, ottimo per l’ampio spazio che consente di parcheggiare e prepararsi anche a gruppi numerosi in assenza di traffico.

Si parte in direzione della trattoria Al Pescatore, dopo aver attraversato il ponte sopra il parcheggio da cui siamo partiti si svolta a sinistra seguendo le indicazioni.
Si percorre la stretta valle attraverso la strada vicinale asfaltata sempre dritti fino in vista della trattoria.
Nel prato antistante il locale (km 1,93) si dirama sulla destra una pista forestale di recente costruzione, i primi metri non hanno grande pendenza, ma giunti alla vegetazione la strada impenna notevolmente consentendo a pochi di pedalare, anche per il fondo costituito da ghiaia smossa.

Si prosegue sulla carrareccia con pendenza impegnativa fino al km 3, dove la strada spiana consentendo la ripresa delle forze.
La mulattiera segue il vecchio sentiero con dei saliscendi fino a giungere dopo qualche metro di discesa ad un piccolo corso d’acqua che dovremo attraversare; ora, per una decina di metri la bici dovrà essere portata a spalla fino ad arrivare alla continuazione della strada (il ponte che guada il ruscello non è ancora stato costruito, rilievo marzo 2012).

Si riprende con una parte cementata che ci fa salire di quota fino ad un falsopiano dal fondo sterrato molto sconnesso che ci ricongiunge alla strada sterrata proveniente da Pusea (km 4,46).
All’incrocio in un tornante  prenderemo a destra per il monte Zouf, il fondo è stato recentemente sistemato e quindi molto scorrevole.
Dopo quindici minuti troveremo una briglia cementata sulla sinistra (km 4,96) da questo punto partono numerose tracce su singletrack, descritta nei precedenti post, per questa escursione proseguiremo dritti sulla strada principale.
Sempre sulla strada principale andremo a raggiungere uno spiazzo con due insenature che conducono ad opere militari, a questo punto bisogna porre molta attenzione ad avvistare le frecce azzurre sugli alberi a sinistra, esse indicano la straccia da prendere per raggiungere la cima del M.te Alz.
L’attacco del sentiero parte a sinistra proprio sul trivio con le opere militari.
La traccia prosegue in falsopiano proprio fino alla cima (seguire le frecce azzurre anche in discesa).

Dalla cima dopo esserci preparati con le adeguate protezioni  e casco integrale, prende inizio la lunghissima  e veloce discesa che punta alla località “Doutz” in comune di Cavazzo Carnico.
Porre moltissima attenzione al km 13,55 dove le marcate tracce delle moto continuano a sinistra (albero di traverso), dovremo svoltare a destra picchiando verso il basso su una traccia nei primi metri più esile.
Si raggiunge verso la fine un piccolo tratto stretto e roccioso che obbliga a scendere dalla sella per qualche metro, si attraversa un piccolo rio e ad un trivio si continua dritti fino ad incrociare la strada asfaltata, a questo punto è possibile scendere dalla asfaltata e rientrare al punto di partenza oppure continuare per un breve tratto di salita a sinistra per andare un finale emozionante su single fino alla piana di Cavazzo.

Se si sceglie la salita è necessario proseguire sempre dritti fino ad un bivio con indicazione MTB in rosso, prendere la diramazione sinistra e scendere fino alla fine della sterrata dove sono presenti le opere militari, attenzione alla presenza di due alberi di traverso sulla strada.
Qualche metro dopo il secondo albero si stacca sulla destra una traccia che porta a valle, attenzione che è molto sassosa e nel primo tratto scivolosa.
Si arriva dopo un divertente zig zag alla piana di Cavazzo, su prato andremo ad incrociare una stradina che prenderemo a destra puntando il paese (piccolo ruscello con ponte).
Proseguire ancora sulla carrareccia fino a sbucare sulla statale, ad essa svoltare a destra e raggiungere nuovamente il campo sportivo.

File GPS disponibile scrivendo a bulosebascta@gmail.com


Deotto Devis


Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.

sabato 24 marzo 2012

M.te Granuda

Tempo Percorrenza 3/4 h
Distanza 14.0 km
Dislivello 1087 mt
Difficoltà tecnica medio
Condizione fisica molto duro
Da Bagni di Lusnizza (frazione di Malborghetto 635m sl.m.), seguire le indicazioni per il Museo Naturalistico della Foresta.
Continuare sempre dritti costeggiando l'autostrada.


Attraversare canale scolo acqua e attraversare sottopassaggio. 
Continuare a percorrere pista fino a giungere ad un successivo sottopassaggio (in salita). Seguire traccia parallela all'autostrada fino a giungere sotto il cavalcavia.


Sulla destra (cartello divieto) ha inizio la pista forestale che porta diretta alla Malga Granuda. 
Si tratta di una salita estremamente difficile dal punto di vista fisico: 800 metri di dislivello con pendenza costante (intorno al 20% e forse più). 
Solo alcuni brevissimi tratti di salita consentono di tirare il fiato. 


Uscendo improvvisamente dal bosco sulla destra si raggiunge il pascolo di malga Granuda (m 1501). Si segue (a tratti pedalando) il sentiero Cai 640 fino al bivio con il 647 (Cuel di Tarond). Si prosegue in discesa su single track fantastico per gli amanti del genere all mountain. 


Difficoltà singl trail S2/S3. In alcuni punti (in tutto 3) si e costretti a scendere dalla bici a causa degli alberi caduti. Alla data odierna abbiamo trovato ancora neve nei pressi della Malga (ultimi 3 tornanti) e lungo un breve tratto del sentiero 604.

--FoR nOt VeRy NoRmAl PeOpLe--

Buon divertimento

Luciano Cellitti 



Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog o l'autore del post non possono infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prendono alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.

venerdì 23 marzo 2012

Il reggisella telescopico

Il reggisella telescopico è ormai un componente standard per i biker più evoluti. KS è ormai un punto di riferimento mondiale, zero gioco laterale grazie al cuscinetto brevettato, gamma completa con 3 modelli, 4 escursioni, tre diametri, leva sottosella o remoto. Da aprile 2011 la nuova gamma Supernatural sino a 150mm di escursione, e Drop Zone, migliore rapporto qualità/prezzo sul mercato, racchiuderà tutta l'esperienza di oltre 5 anni di sviluppo.




Che escursione scegliere per il reggisella telescopico?

Questi dati sono utili per valutare se ti è sufficiente il modello con lunghezza 300 mm (escursione 75mm) oppure se devi scegliere quello di lunghezza 350mm (escursione 100mm) o 385 mm (escursione 125 mm).
La lunghezza minima della parte fissa del reggisella che deve rimanere obbligatoriamente inserita all'interno del tubo piantone del telaio della bici è di 100 mm.



L'inserimento massimo del reggisella KS all'interno del telaio è di:
  • 185 mm per la versione da 125 mm di escursione
  • 175 mm per la versione da 100mm di escursione
  • 150 mm per la versione da 75 mm di escursione.
L'immagine qui sotto ti può aiutare nella scelta del reggisella più adatto a te ed alla tua bici:
Per semplificare le cose puoi seguire questo semplice procedimento, ti serve solo un metro flessibile e la tua bici con la sella in assetto da pedalata:



  • Misura la lunghezza fuori dal telaio del tuo attuale reggisella (da sopra il collarino sella al centro del morsetto sella
  • Confronta il numero ottenuto con lo schema qui sotto:
    • < 150 mm il tuo fuorisella è troppo poco, non puoi utilizzare un reggisella KS
    • tra 150 mm e 200 mm -> puoi utilizzare il reggisella con escursione 75mm
    • tra 175 mm e 250 mm -> puoi utilizzare il reggisella con escursione 100 mm
    • tra 200 mm e 285 mm -> puoi utilizzare il reggisella con escursione 125 mm
> 285 mm il tuo fuorisella è troppo elevato, non puoi utilizzare un reggisella KS


La gamma completa è disponibile a questo link:
http://www.4guimp.it/bike-equipment/ks/category/ks.html


Ringrazio 4 Guimp per la gentile collaborazione e concessione.

Devis

lunedì 12 marzo 2012

Cavazzo-Avrint-Pusea-Alz-Cavazzo


Genere: Allmountain
Distanza: 31 km
Dislivello salita: 1400mt
Tempo percorrenza: 4.30 con soste
Difficoltà salita: media, a tratti molto impegnativa
Difficoltà discesa: single track a tratti molto impegnativo


Itinerario che si sviluppa sui monti di Verzegnis, partenza da Cavazzo Carnico su asfalto, così da formare un anello che comprenda varie tipologie di difficoltà e tecniche di guida.



Si parcheggia l’auto come di consueto nel parcheggio antistante il campo sportivo di Cavazzo Carnico e si inizia a pedalare in piano sulla regionale 52 alla volta di Verzegnis, che raggiungeremo svoltando a sinistra prima del ponte “Avons” km 4,27.


Raggiunta la frazione “Chiaulis” al km 6,26 si svolta a destra entrando in paese e mantenendo la strada principale si prosegue a destra al secondo bivio poco più avanti.





Giunti al centro del paese (km 6,72) imboccare la laterale sinistra in direzione della zona artigianale e alla fine del lungo rettilineo svoltare a sinistra attraversando un ponte, proseguire sull’ampia strada in leggera pendenza fino al bivio successivo, ad esso svoltare a destra alla volta delle frazioni “Intissans” e “Chiaicis”.


Presso la piazzetta della frazione “Chiaicis”, al bivio posto al km 9,10, sarà necessario prendere a sinistra la laterale che porta al lago, il quale si raggiunge con una panoramica picchiata.


Consiglio una pausa sul ponte che attraversa il lago con l’imponente monte Amariana che spunta sullo sfondo, prima di dover affrontare un vero e proprio gran premio della montagna!.
Alla fine del ponte svoltare a destra e proseguire in falsopiano, prima su asfalto, poi su un fondo sterrato.



Al km 10,23 ha inizio il vero e proprio GPM, tutto su asfalto, con dei tratti molto impegnativi dati dalla generosa pendenza.
Dopo un estenuante salita, si confluisce in località “Dueibis”, crocevia di vari itinerari già descritti nel blog, al trivio proseguire dritti in discesa seguendo l’indicazione “Pusea”, porre molta attenzione ad un tornante (km 11,60) dove bisognerà lasciare l’asfalto svoltando a destra su una mulattiera, mantenersi sempre sulla traccia principale fino a raggiungere la località “Sonsaras” dov’è presente una costruzione rurale, anche a questo bivio mantenere la destra in salita e addentrandoci in un bosco di faggio si andrà verso la località “Fuignis”.



Al km 12,96 presso un bivio, svoltare a sinistra in salita fino a confluire sulla regionale per la Val D’Arzino, una volta raggiunto l’asfalto continuare a sinistra in salita verso Sella Chianzutan.
Durante l’avvicinamento all’Avrint c’è la possibilità di fare rifornimento d’acqua al km 13,88, dove c’è una fontana con la freschissima “acqua di Pedaia” e uno spiazzo per una breve pausa.
Si percorrono due tornanti in salita, al secondo si biforca a sinistra una laterale in discesa con un’indicazione in legno “Avrint”, con un primo tratto in discesa prende inizio l’ascesa verso la casera Avrint.


La carrareccia è in ottimo stato e a parte la prima parte dalla pendenza notevole, la restante è piacevole e mai impegnativa.
Bisogna fare attenzione a rimanere sulla strada principale e non deviare a nessuna laterale sinistra, strade che terminano poco dopo, usate per opere forestali.
La maggior parte della salita è in un bellissimo bosco di faggio (Bosco Faeit), fresco e ombreggiato anche nei mesi più caldi.
Al km 17 la vegetazione si dirada, lasciando intravedere un anteprima del magnifico panorama sulla val Tagliamento che ci aspetta poco dopo, si prosegue in leggero piano e al bivio prendere a destra su un piccolo tratto sconnesso, siamo in casera Avrint, ora una pausa ristoratrice è d’obbligo.



Si riprende la bici, in discesa sul tratto percorso in salita (50 mt), fino al bivio a cui dovremo svoltare a destra.
Una veloce mulattiera in discesa (vista la velocità, attenzione alle canalette e ai sassi) ci fa perdere quota rapidamente e dopo un tratto in lieve salita termina in uno spiazzo da cui diparte a destra un sentierino, il primo tratto (se non esperti) fatelo bici alla mano.
Siamo prossimi a dover affrontare 15 minuti di bici alla mano lungo il traverso che porta a confluire sul sentiero CAI 827 per “La Forca”, alcuni tratti sono impegnativi ma la discesa che seguirà ve la farà dimenticare!.
Al km 18,94 (indicazioni visibili) “sbucheremo” sul CAI 827 e con casco e protezioni è il momento di divertirsi! Prendiamo il sentiero che scende.
Un vero e proprio lunapark per i super ammortizzati…. Attenzione però a rimanere sulla traccia principale… si scende a gran velocità ed è facile “partire per la tangente”!
Numerosi sono i tornanti stretti dove potersi cimentare in acrobati, pinzando l’anteriore e “sbandierando” il posteriore.
Un unico tratto ci fa scendere dalla sella per scavalcare una grande radice di faggio.
Arrivati ad una strada sterrata su cui termina il sentiero, bisogna preparare le gambe ad un ennesimo strappo svoltando a sinistra fino alla borgata Pusea.
Arrivati sui prati della solitaria borgata, si prosegue seguendo la carrareccia fino alla strada asfaltata e una fontana sulla sinistra.
A questo punto è possibile terminare l’escursione prendendo in salita a sinistra fino al quadrivio percorso all’inizio (Dueibis km 11,21) poi ridiscendere al lago e ripercorrere al contrario il tragitto.



Essendo fans di “only the brave” per questa volta andremo a destra, ripercorrendo una traccia già nota ai lettori.
Su mulattiera dal fondo compatto e scorrevole si sale agevolmente verso il monte Alz, dove, dopo il pianoro al km 22,94 su un tornante sinistro c’è la seconda via di fuga per chi non ce la fà più… prendendo a destra si può scendere alla volta della trattoria “Al Pescatore” di Cavazzo e chiudere l’itinerario.
Ma i fan del club “only the brave” non mollano e al tornante si opta per salire a sinistra alla volta della località “Taulìs”.
Al km 23,25 si incontra il famoso quadrivio da cui partono varie tracce già descritte, per questa occasione proseguiamo dritti sulla principale.
La mulattiera sale con tratti impegnativi e dei tornanti, ad un tratto si trasforma in single track pedalabile.
Si arriva ad un bivio (opere militari) dove proprio alla loro confluenza si stacca una traccia a sinistra da fare per qualche metro a piedi. (segnali azzurri con frecce sugli alberi).
Arrivati ad un pianoro seguire sempre le visibilissime segnalazioni azzurre sugli alberi fino ad incrociare una traccia ben marcata dalle moto, a questa scendere a destra.
Da qui seguire la traccia principale facendo attenzione che all’unico bivio dovremo mantenere la destra.
La traccia è molto veloce con qualche tratto tecnico ma non impegnativo, verso la fine un passaggio fra le rocce ci impone di portare la bici per una decina di metri.
Si attraversa un esile ruscello e si riprende a salire per una quindicina di metri fino alla strada asfaltata di “Douz”.
A questo punto è veramente finita… è più che “only the brave” siamo… bulo’s & bascta!!!!
Si scende fino a valle incrociando la strada comunale di Val che conduce “Al Pescatore” e svoltando a sinistra ci dirigeremo al campo sportivo, andando così a concludere questa magnifica raidata.

Deotto Devis


Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.

giovedì 8 marzo 2012

Tugliezzo-Sflincis-Resiutta-Campiolo




Dislivello: 880 m
Tempo di percorrenza: 2h30' circa senza soste
Lunghezza: 26 km
Quota massima raggiunta: 760 m
Località di partenza: Carnia


Un nuovo itinerario ricco di foto descrittive, proposto dall’ormai conosciuto biker Tiziano che in questa occasione percorre la traccia con la sua Yeti 29 pollici.
Ringraziandolo per la costante collaborazione e per il tempo dedicato, invito i lettori a provare questa traccia, la cui prima parte si svolge in un ambiente completamente solitario ma davvero emozionante e unico, che unisce la Carnia al Canal del Ferro.




Itinerario affascinate per la bellezza dei paesaggi e il silenzio della montagna interrotto solo dal fruscio del nostro passaggio, MTB a tutto spessore per salite, sentieri e passaggi impegnativi con bici in spalla quindi non adatto a bikers dediti solo alle salite e discese in sella.
Parcheggio a Carnia, paese prima del bivio per Tarvisio e Tolmezzo, si percorre via Nazionale,si oltrepassa la statale e si prende a destra la salita con indicazione Tugliezzo.


La salita asfaltata con pendenze sul 10% mai impegnativa ci porta in breve alle prime case disabitate di Tugliezzo km 3.8 Altitudine 500 metri

 
Dopo una cappella votiva inizia una breve discesa sempre su asfalto e attraversato un ponte la strada riprende a salire.

 
Quando l'asfalto in corrispondenza di un casolare finisce la pendenza diventa impegnativa per circa 1 km con tratti cementati al 25% dove per rimanere in sella bisogna inclinare in avanti al massimo il busto con braccia strette sul manubrio.
Raggiungiamo Stavoli Cuel Lunc dove la nostra fatica viene premiata km 7.5


 
Si prosegue seguendo il sentiero 743 con una breve e non impegnativa discesa con veloci tornanti che ci porta a una frana che passiamo con difficoltà a piedi. 


Incontriamo un breve tratto ghiacciato che,memori di una recente caduta con frattura di una costola in un tratto simile,passiamo in un tratto roccioso più a monte.

 
Il sentiero si fa leggermente in salita sempre pedalabile fino a un torrente con poca acqua     in questo periodo, rio Chiampeit che si attraversa facilmente seguendo i segnali bianco rossi,poi il sentiero riprende a salire e per per i primi tratti costringe a spingere la bici a mano poi diventa ciclabile.

 
Si raggiungono i ruderi degli Stavoli del Verzan, poco avanti il sentiero continua sempre in leggera salita con splendidi panorami.

 
Subito dopo si incontra un tratto ghiaioso,in alcuni tratti franato che si fa a piedi, prima in piano poi in una breve discesa di alcune decine di metri molto scivolosa, non consigliabile in sella che precede un tratto ripido di circa 50 metri fatto sempre con bici in spalla che ci riporta al sentiero ciclabile.


Si arriva con un tratto in leggera salita agli Stavoli Stivane.


Deviazione a destra per Monte Sflincis, punto altimetrico più elevato dell'itinerario 760 metri km 9.3


Inizia un sentiero veloce e divertente che ci porta ai casolari di Borgo Cros posti in una ampia radura con un bel prato.


Dopo il casolare giriamo a sinistra per Povici di Sotto.


Si oltrepassa una cappella e poco avanti inizia la discesa che con numerosi e stretti tornanti non troppo impegnativi con fondo sempre compatto raggiunge un ponticello in legno che oltrepassa il rio Serai nella frazione di Povici di Sotto km 12.5


Svoltando a sinistra si raggiunge la strada asfaltata che porta a Resiutta.

Arrivati al bivio per Moggio,invece di continuare diritti giriamo a destra e dopo la cartiera a sinistra per Campiolo, su strada asfaltata nel primo tratto poi sterrata che dopo alcune gallerie e brevi saliscendi raggiunge la statale e quindi svoltando nuovamente a sinistra su asfalto si arriva al punto di partenza.

Tiziano Ermacora


Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.