mercoledì 30 novembre 2011

Monte di Monticello (Muntiscel, l’università della MTB)




Distanza 16 km
Dislivello 1064 mt
Cartina Tabacco nr 018
Impegno tecnico: Medio
Impegno fisico: Elevato

Hanno intitolato proprio così questa traccia i bikers di Moggio, quando arriverete alla cima del Monticello capirete il perché di questo titolo così importante.
Questa che andrò a descrivere è il proseguo di una escursione fatta tempo fa da Gianni e visibile direttamente al link sottostante sempre su Calcarea per facilitarvi nella ricerca


Letto il post di Gianni vi troverete nei pressi della forca del Monticello (km 5,94 quota 929 mt) con alla vostra sinistra, sotto, Moggessa, sopra, “Cuel di Zovet” mentre a destra, oltre alla chiesetta votiva potrete ammirare la vallata di Moggio.
A questo punto iniziamo a studiare le materie di questa università, andiamo dal ripido per passare al tecnico, con un assaggio di esposto e una puntina di podismo… insomma qui bisogna essere proprio bravi in tutto!!!!
La nostra ascesa prende inizio svoltando leggermente a sinistra su una debole ma segnalata traccia CAI 421, solamente l’inizio del sentiero è un po’ nascosto, volendo in alternativa portare la bici, la traccia parte di fronte al punto di arrivo alla forca del Monticello dove su un faggio è presente un segno bianco-rosso

 
La traccia parte subito decisa e con una costante pendenza ci fa prendere quota velocemente, man mano che si sale inizia ad aprirsi un meraviglioso scenario sulla vallata sottostante.
Giunti al km 7,30 quota 1066 il sentiero si inerpica con degli stretti tornantini che non ci consentono di stare in sella, sarà inoltre molto impegnativo pedalare fra un tornante e l’altro a causa delle numerose pietre e dalla pendenza notevole.
Dopo una intensa e stremante pedalata, ci troveremo dinanzi ad un bivio, a cui proseguiremo sulla traccia principale solamente per la salita, da qui in poi infatti, la traccia fino alla vetta sarà percorsa anche per il ritorno.

 
Ci troviamo a 20 minuti dalla cima, la traccia ci concede qualche respiro pur proseguendo molto impegnativa, ma siamo quasi arrivati e io e Giuliano che siamo dotati di mezzi corazzati ci diamo coraggio l’un l’altro.

 
Saliamo ancora, il bosco diradandosi sempre  più ci concede di ammirare di fronte a noi l’imponente Grauzaria.


E’ d’obbligo una sosta, i deboli raggi di un sole invernale ci riscaldano, il cinguettio dei pochi uccellini rimasti a sfidare il freddo ci fanno da “contorno” (non con la polenta!!! Anche se la fame è tanta!!!)
Uno sguardo là sotto… c’è la borgata che qualche settimana fa ci ha reso partecipi di una gita indimenticabile, Stavoli…

 
Ripartiamo, dove all’ultimo secco tornante è presente una galleria credo opera militare, facciamo attenzione a mantenere la destra per non perdere la traccia e poco dopo vediamo là in alto la croce della desiderata vetta dove sentiamo i nostri compagni a gran voce “Il diploma è quassùùùùùù”.

 
Uno spettacolo 3D a 360° ci aspetta, fantastico, bieliscim… sono le uniche parole che riesco a pronunciare dinanzi a questo quadro offertoci dalla natura.
Casco e via… si parte per la discesa, non ve la descrivo… suderei solo nel doverla rispiegare al contrario!
Fate molta attenzione in discesa, il sentiero è molto sassoso ed esposto, inoltre sono presenti in alcuni tratti gli spuntoni di una recente manutenzione forestale.
Scendiamo fino al bivio descritto in precedenza, dove giunti al km 10,35 quota 1222 mt svolteremo a sinistra sempre sulla traccia CAI 421 ben segnalata.
Porre molta attenzione a questo traverso dove è facilissimo scivolare causa la traccia strettissima e sconnessa, attenzione che il tratto è molto esposto.
Ci troveremo a dover affrontare degli strettissimi ed insidiosi tornantini molto stretti che vi consiglio fare a piedi, ma in seguito la traccia si lancia in uno spettacolare e velocissimo singletrack foglioso.
Giunti quasi alla fine del single incroceremo delle stradine dove proseguiremo dritti in discesa fino ad arrivare ad una mulattiera sassosa.

 
Proseguiremo sulla mulattiera fino a giungere ad un tratto cementato in curva con una costruzione sulla sinistra, continueremo in discesa e dopo qualche tornante ci troveremo di fronte ad una discesa velocissima dove la nostra velocità  è arrivata a 60km/h.
Giunti ai prati di Moggio Alto scenderemo alla volta dell’abitato su asfalto, al bivio proseguire a sinistra in discesa, e al km 15,15 dovremo fare attenzione ad un’apertura sul guard rail da qui parte una traccia sterrata seguita poco dopo da un bivio a cui bisogna svoltare a sinistra in discesa su una vecchia rotabile a tratti scalinata in pietra denominata appunto “strada di sore clap”
Giunti a valle sbucheremo in via della fontana dove svoltando a sinistra in leggera salita si raggiungerà in breve la piazza di Moggio Alto, luogo da cui siamo partiti.

 
Deotto Devis

Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.

martedì 22 novembre 2011

Anello del Monte Amariana

Un escursione da Bear Grills, definirei così questa selvaggia uscita dove potremo assaporare il solitario, l’estremo e ritornare indietro negli anni riscoprendo luoghi sconosciuti e poco raggiungibili.
Si tratta di una vera e propria “ravanata completa” composta da salite pedalabili al limite, discese su singletrack al 38% di pendenza, guadi su torrente, numerosi tratti con bici a spalla e tratti molto esposti.
Avrete già capito che si tratta di una gita da esperti (parlo se fatta in bici, il sentiero a piedi è già conosciuto), dovrete affrontare una parte dei 48 km nel nulla, anche perché il cellulare non ha segnale, quindi vi consiglio di avere al seguito l’ormai famoso GPS cartografico o una cartina (Tabacco 013-018) e di non avventurarvi in solitaria.
Oltre alle solite protezioni, qui è il caso di un bel casco integrale e un paraschiena… sempre se avete il coraggio di stare in sella… good luck!


In breve:


Cavazzo Carnico-Tolmezzo-Illegio-Pra di Lunge-Sella Dagna-st.li Planaz-st.li Da Pid Cueste-loc. Stavoli-st.li Pecol dai Stai-Campiolo-st.li Sachs-Amaro-Cavazzo Carnico.

Distanza 48 km
Dislivello 1200 mt
Quota Max 1076 mt
Pend. Max salita 35,8%
Pend. Max discesa -38,3%

Ps: tutte le distanze rilevate partono da Cavazzo Carnico.

Descrizione:


L’itinerario ripercorre una prima parte menzionata numerose volte sui passati post, cioè fino quasi a raggiungere Lunge, dove al km 18,56 quota 957 bisognerà lasciare la strada principale svoltando a destra in salita su una sterrata molto agevole dal fondo perfetto.
Arrivando ad un pianoro potremo goderci un magnifico panorama sulla vallata sottostante e spaziare fino al cubo del m.te Zoncolan, mentre giunti al km 21,81 quota 1041 troveremo sulla destra le indicazioni CAI per Stavoli, il sentiero arrivando da sotto la sterrata l’attraversa e riparte sopra di essa, prenderemo la traccia in salita a sinistra.


Bici in spalla per qualche centinaio di metri fino a trovare un vecchio cartello in legno CAI, a questo punto bisogna fare molta attenzione a mantenere la traccia di sinistra e non deviare su quella di destra probabilmente usata da cacciatori, la quale termina ad un dirupo dopo circa 200mt.

 
La traccia è percorribile in sella quasi completamente, questo primo tratto non è ne impegnativo ne esposto.
Man mano che si scende la traccia diventa tecnica e molto sassosa che mista a foglie è da consigliarsi ai soli esperti fino ad arrivare ai ruderi degli stavoli Planaz, poco dopo, al km 24,20 , dovremo guadare il torrente Variola (attenzione non ci sono ponti e i sassi sono scivolosi).


Si riprende in un magnifico bosco costeggiato dal torrente in un piacevole saliscendi, fino ad arrivare alle pareti rocciose e sgretolate delle Masselle Picciule dove in molti tratti il sentiero è stato deviato causa l’erosione, fate molta attenzione questa parte è molto esposta ed è facile scivolare!!!

 
Dopo un tratto obbligato a piedi saremo alle pendici del m.te Glubiton dove finalmente troveremo una qualche traccia umana e con una scalinata in pietra risalente al 1700 ci dirigeremo verso Stavoli.

 
Alla vista delle prime costruzioni vi consiglio di fare una breve sosta sotto un faggio secolare (il faggio più grande e vecchio di Moggio mi dice Bepi che è del posto).
Di fronte inoltre c’è ancora il lavatoio usato al tempo dagli abitanti di Stavoli (ci vivevano 200 famiglie) per lavare i panni, solo l’idea di metterci le mani in quell’acqua gelida metti i brividi.

 
Ripartiamo, pian piano ci addentriamo nella piccola località disabitata, qui il tempo sembra essersi fermato, tutti in silenzio, in fila, quasi per paura di rovinare il sovrano silenzio, dedalo in queste “calle” in un clima surreale… è una sensazione indescrivibile.

 
Fra le strette viuzze rinchiuse fra altissime case unite una all’altra siamo prossimi ad una “piazzetta” dove il nostro Bepi ci accoglie nella sua magnifica casetta del 1700.
Una breve tappa mangereccia vicino ad un focolare, un piatto di pasta, una birra e un allegra combriccola… sono al settimo cielo…
Si discute scherzosamente del percorso fatto, dell’ atterraggio che stavolta è toccato a me…bellissimo.
Ripartiamo per la parte finale della giornata, fa freddo e il sole se ne sta andando, poche centinaia di metri fuori dal paesino e Bepi a gran voce…”ecco ora divertiti!!! Questo è il regalo per te!!!”
Credevo di aver finito con il tecnico, ma da qui in poi, credetemi, è assai estremo!!!

 
Al km 29,74 inizia una ripida e sassosa discesa a gradini, la gente che sale a piedi si ferma sbalordita vedendoci scendere in sella, ma l’adrenalina sale e ci permette di osare oltre il limite.
La traccia si mantiene costantemente impegnativa non permettendo errori fino all’attraversamento di un ponte costruito su uno strapiombo da brivido.
La stremante discesa termina al km 30,62 dove su un ponte in ferro attraverseremo il torrente Glagno.

 
Ci troviamo sempre sul sentiero CAI 417 che oramai ci accompagna da Sella Dagna ora divenuto prevalentemente ghiaioso e scorrevole, a questo punto (km 31,45 quota 364) scorgiamo il tunnel della ferrovia e su una scala in ferro percorriamo un tratto sopra un ruscello seguito da un sotto passaggio.
Un ultima salita fogliosa ci porta in fine alle prime case di Campiolo, dove, attraverso una stretta via scalinata fra le case, ci troveremo su asfalto dov’è presente la tabella CAI indicante “Illegio 5.00 ore”
Percorreremo l’asfaltata in discesa fino al bivio (km 32,8) dove svolteremo a destra.
Al km 33,50 inizieremo la sterrata che ci condurrà attraverso qualche galleria a confluire sulla statale 52 per Amaro, da qui su asfalto si chiude l’anello rientrando al punto di partenza.


Devis Deotto.


Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.

domenica 13 novembre 2011

Anello di Lunge


PREMESSA:

Il tour che vi descriverò di seguito non è il consueto hard trail, ma una piacevole escursione che da Tolmezzo compie un anello attraverso la ridente vallata di Illegio fino frazione di Imponzo.
Logicamente qualche passaggio tecnico c’è, ma tranquillamente affrontabile scendendo dalla sella solo per brevi tratti e camminando su sentiero ben marcato e non esposto, (eviterete così voli carpiati a 360°… Loris, nel nostro caso…bulo e basta per l’atterraggio!!!).
Consiglio di percorrere questo itinerario ad autunno, potrete così ammirare i variopinti colori delle faggete di Lunze.


IN BREVE:


- Partenza-arrivo “al Benvenuto”

- Distanza totale km 28,31

- Dislivello totale 882 mt

- Pend. Med. Salita 6,4%

- Pend. Med Discesa -8,4%

- Pend. Max Salita 34,8%

- Pend Max Discesa -37,3%


DESCRIZIONE ITINERARIO:

La prima parte dell’escursione fu sapientemente illustrata da Calcarea in un precedente post del 2010 ( “Oltreviso, altre varianti” ) consultabile fra gli itinerari MTB; non volendo essere ripetitivo andrò a descrivere la nostra variante partendo dalla fine della discesa “trialistica” punto in cui sulla sinistra sono presenti degli apiari.
Dopo aver ripreso la funzionalità di braccia e dita in seguito all’emozionante e ripida traccia in discesa, passati gli apiari continueremo su traccia erbosa fino ad un bivio, al quale proseguiremo a destra.


Si proseguirà pedalando tranquillamente in falsopiano, ad esclusione di qualche rampetta con radici e sassi smossi, il sentiero è comunque ben marcato e non impegnativo.
Uscendo dal bosco nei pressi di uno stavolo vedremo sulla nostra sinistra in alto l’abitato di Illegio e la verde pianura sottostante, continueremo in discesa fino ad avvicinarsi ad un rustico transennato da fettuccia bianco-rossa (località Riu Sec) dove proprio davanti ad esso si incrocia una traccia a cui bisogna fare attenzione continuando in salita a destra.
Al km 18,78 quota 655 mt ci troveremo al bivio per la chiesa di S. Floriano, d’ora in poi il sentiero sarà prevalentemente in discesa e punteremo dritti alla volta degli stavoli Dimieile.
Proseguiamo ora su single track sconnesso e super veloce fino ad arrivare ad un trivio al km 19,73 quota 553 dove prendendo a sinistra si può scendere in località “Tramba” ma nel nostro caso continueremo a destra sulla traccia principale.


Per gli amanti del veloce è il momento di lanciarsi in lieve discesa sulla parte più scorrevole del tracciato che in pochi minuti (a parte un piccolo tratto sassoso da fare a piedi) ci porta a confluire sulla strada asfaltata della Pieve di S. Bartolomeo, ci troviamo a Imponzo.
Dal piazzale antistante la Pieve si può godere di un ottimo panorama su Imponzo e riprendere le forze dopo la velocissima discesa!


Si riprende su asfalto seguendo via Conciliazione, fare attenzione al km 21,06 alla stradina ciottolata che scende sulla sinistra e portandoci su via dell’asilo saremo in poco tempo a fianco della statale che porta a Tolmezzo.
Per chi (come me fosse allergico all’asfalto) c’è la possibilità di evitare una parte della statale confluendo su via Latteria ed alla curva a destra che collega alla statale proseguire dritti su traccia erbosa (km 21,64), continuare su di essa fino a collegarsi sulla statale che ci condurrà a Tolmezzo e di conseguenza a terminare l’escursione.


INFORMAZIONI AGGIUNTIVE:

Da “Pra di Lunze” prendere la pista forestale a sinistra al km 12,80 e al secondo bivio poco dopo sempre a sinistra.
Sulla pista forestale per il monte Giaideit lasciare la traccia principale e seguire il sentiero in discesa a sinistra al km 16,00 quota 996 mt. 


Deotto Devis
Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.

sabato 12 novembre 2011

Anello di Stolvizza (seconda parte, sentiero CAI n.738)


Dopo aver letto il post di Calcarea “anello di Stolvizza CAI 634”, incuriosito dal sentiero 634, mi è venuta la brillante idea di chiedere qualche consiglio a chi se ne intende più di me… e chi se non meglio di Gianni potrebbe conoscere questa bellissima Val Resia????
Gli scrivo subito una mail… e come al solito aspetto impaziente la sua risposta, che non tarda a venire…vi cito testuali parole;

invece che lasciare l'asfalto continui oltre Coritis fino quasi in malga Coot. Poco prima sulla destra si stacca una sterrata che rimanendo in quota torna indietro e, giunta in localita Slatina superiore, incrocia un sentiero cai, il 738, che torna sulla provinciale proprio 200 metri prima che inizi la sterrata in salita del post! si farebbe quindi un 8. Però non so come sia questa discesa...
Se ti va di fare esplorazione...

Penso fra me e me… questo Gianni dev’essere un alieno oppure in parentela con Messner o giù di li per conoscere così a menadito questi posti sperduti….ma non sono di certo uno che si tira indietro davanti alle explorations e quindi accetto l’incarico di “ravanatore”.
Qualche sms, 2 telefonate e il gruppo è fatto!!! Siamo in 7!!! Nessuno è al corrente di ciò che gli aspetta per le prossime 3 ore, ma la mtb è bella proprio per questo!
Questo post descrive solamente la prima parte dell’8 che andremo a percorrere, per la seconda dovrete leggervi il precedente post “anello di Stolvizza CAI 634”.

Descrizione:

La prima parte dell’escursione è identica per entrambe gli anelli, onde evitare confusione evito quindi di riprendere la spiegazione dal punto di partenza

Tutta l’ascesa si percorre purtroppo all’ombra (credo che qui il sole venga a farsi le vacanze solo d’estate) al km 3,11 quota 604 mt in compagnia del sovrastante Monte Canin supereremo alla nostra sinistra la strada sterrata del primo post, noi proseguiremo dritti in salita alla volta della località Coritis. 


 
Oltrepassata la già menzionata località la stradina asfaltata inizia a farsi sempre più ripida mettendoci a dura prova, il panorama è magnifico, si pedala in silenzio e  in fila indiana.
La quota è sempre più elevata e il freddo comincia a farsi sentire mentre giungiamo a dei tornanti ciottolati dove ci sono delle auto parcheggiate (vista la pendenza della strada e la brina sono qui da un po, saranno sicuramente fuse!!)  la signorina del GPS ci allieta con un “fra 50 metri svolta a destra”, non volevo sentire notizia migliore… (di fronte a voi la strada prosegue per malga Coot)

 
Arrivati al bivio km 6,85 quota 1053 mt, si svolta a destra su una strada sterrata che prima in discesa poi in leggera salita ci porta ad un panorama mozzafiato a 360°
Ancora un breve tratto di discesa e raggiungiamo gli stavoli di Slatina superiore,(km 9,86 quota 911 mt)  il sole è qui ad aspettarci finalmente.
Il Panorama toglie la parola, Loris ci spiega dove prossimamente andremo con gli sci d’alpinismo…parla di baba grande e piccola…saranno due signorine alpiniste dalla lingua lunga???



Torniamo a noi o si fa lunga, noteremo di fronte agli stavoli, vicino ad un recinto con delle coltivazioni, un cartello indicante il sentiero della discesa, si parte su traccia erbosa per un breve tratto e poco dopo un bellissimo single foglioso fra le betulle, magnifico!

 
Si scende fino a trovare un piccolo rustico sulla sinistra, km quota in località Slatina Inferiore.
A questo punto le cose cambiano, il sentierino foglioso si trasforma in vero e proprio trial track, attenzione che da questo punto un errore di guida vi porta direttamente al rio Resia con un volo di un centinaio di metri, è molto esposto e pericoloso, fatelo a piedi.


Si può vedere sulla parte opposta l’abitato di Coritis , il sentiero scende rapidamente con degli strettissimi tornanti, il fondo è scivoloso e non stabile, solo verso la parte finale la traccia diventa erbosa fino a confluire sulla strada asfaltata percorsa precedentemente.


 
Giunti alla strada (km 11,17 quota 550 mt), possiamo scegliere se rientrare a Stolvizza svoltando a sinistra oppure prendendo a destra, dopo  200  metri sulla sinistra parte il secondo anello descritto nel post “anello di Stolvizza CAI 634”.
Consiglio di intraprendere i due anelli assieme (l’8 per intenderci) solo a chi ha buona preparazione fisica, noi ce l’abbiamo fatta!
Grazie Gianni per la dritta…a Loris per confermare che con i suoi numeri merita un posto al “Circle de Soleil”.
Grazie ancora ai miei compagni d’avventura per condividere assieme questi bellissimi ed indimenticabili momenti…

Devis Deotto
Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.

martedì 8 novembre 2011

Peonis - Planecis



Questi post si fanno sempre più interessanti e richiesti, spero di riuscire attraverso questo blog a far conoscere ai lettori luoghi ed itinerari a noi vicini ma completamente sconosciuti.

L’Allmountain (AM), questo settore della MTB moderna, un qualcosa fra Downhill e il trial, così adrenalinico ma ancora poco apprezzato e praticato dalle nostre parti.
Ritorniamo a bomba  con questa escursione a parlare di tracciati impegnativi e molto tecnici riservati a biker’s esperti e a bike’s superfull.
Come di consueto vi raccomando, di non praticare queste tracce da soli, di avere sempre al seguito le protezioni adatte alla discesa e di non superare i vostri limiti.

In sintesi:

genere: Allmountain
difficoltà salita: media
difficoltà discesa: molto impegnativo
distanza: 24 km
dislivello totale: 821 mt
durata senza soste: 2h 14m 15s
pendenza max salita: 27,6 %
pendenza max discesa: 39,1 %

Descrizione:

Questa escursione si svolge su una parte del monte Cuar in frazione Avasinis (cartina Tabacco n° 20 Prealpi Carniche Giulie del Gemonese).
Nei pressi del cimitero di Avasinis è possibile lasciare l’auto e attraverso una comoda stradina asfaltata che parte a destra proprio dietro ad esso raggiungere la località Chiarpena dove ad un bivio ( 2,79 km quota 272 mt) svolteremo a destra in salita alla volta di località Cjanet.


La strada è poco trafficata e non dalle pendenze impossibili, attraverso una prima parte costituita da tornanti si giunge ad un punto molto panoramico sulla sottostante pedemontana del Gemonese.


Dopo 7,15 km di nero bitume arrivati a quota 555 mt finalmente poggeremo le nostre “ruote grasse” sullo sterrato svoltando a destra e lasciando la strada principale.
Man mano che ci si alza di quota il panorama si fa decisamente più interessante sulla valle sottostante, il fondo è a tratti ghiaioso e poco scorrevole.
Si pedala sempre su sterrato fra castagni e vegetazione mista fino ad incrociare al km 11,98 quota 914 mt la strada per il monte Cuar.



Proseguiremo su asfalto per un breve tratto (circa 1km), quando ad un tornante sinistro lasceremo l’asfalto a favore di  una strada sterrata che parte sulla destra in salita 11,7 km quota 888 mt.
Proseguiremo sulla sterrata incontrando prima un tornante destro (non proseguire dritti al tornante ma a destra!!!) poi uno sinistro, è importante mantenere la traccia principale in salita, ci troviamo nei pressi di Malga Covria.
Dopo circa 1 h 40m (tempo senza soste) giunti a quota 992mt al km 13,3 su pista forestale erbosa facendo attenzione alla nostra sinistra individueremo i segnali del sentiero della discesa (sulla cartina e sul GPS il sentiero non ha il numero).
La discesa inizia subito su single veloce a zig zag, non impegnativa e pulita, ma più si scende e più il tecnico si presenta, essendo molto sassoso nella parte finale, lo sconsiglio in sella ai principianti.
Si conclude la prima parte tecnica al raggiungimento degli stavoli di Val Planecis dove giunti ad una radura erbosa dovremo ricercare sulla destra (non proseguire dritti) fra gli alberi vicino ad una recinzione per il bestiame la prosecuzione della traccia.(vicino alla recinzione ci sono i cartelli che indicano il sentiero), onde evitare di perdersi consiglio l’escursione con GPS cartografico di cui fornisco la traccia a richiesta.

 
Come ad ogni uscita AM che si rispetti, c’è un tratto da percorrere a spinta in salita fino a trovarci alle pendici del “Col del sole” che vedremo in alto sopra di noi e giungere a sella Planecis.
Il single track diviene impegnativo e interamente pietroso (attenzione…è pericoloso!!!) si percorrono diversi tratti su pure pietre, dove cadere risulterebbe rovinoso!!!


Oltrepasseremo un fantastico canyon ghiaioso e rivedendo con gran gioia della vegetazione sotto le nostre ruote saremo prossimi al versante percorso in salita (stavoli Chiavaneli).
La traccia riprende molto scorrevole e veloce, non sottovalutiamola, sono presenti numerosi massi instabili e radici insidiose.


Si scende fra pianori e brevi risalite, tutto comunque in sella, fino alla picchiata nei pressi di località “Chiarpena” dove sbucheremo sopra la strada percorsa all’andata (cartello).

 
Non ci rimane altro che “smontare le corazze” dare un ultimo sguardo panoramico alla vallata sottostante prima di lanciarci sulla veloce strada del rientro.
Ricordate che al bivio di “Cjanet” km 21,24 dovete svoltare a sinistra (cartello di divieto mezzi a motore) per riprendere la rotabile che ci riporta al parcheggio di Avasinis.


 Deotto Devis

Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.