domenica 1 aprile 2012

Anello Val Incarojo



Nella bellissima Val Incarojo, una verdeggiante e fiorita vallata che culla il comune di Paularo, in un magnifico scenario primaverile ci accingiamo a affrontare un’escursione molto dura ed impegnativa, ma nello stesso tempo ricca di panorami mozzafiato e introvabili singletracks.


Itinerario: Paularo-Chianeipade-Turriee-Forchiutta-Griffon-Dierico-Paularo


Distanza: 20 km
Quota max: 1614 mt
Dislivello totale: 1200mt
Pendenza max salita: +39,1%
Pendenza max discesa: -37,6%
Impegno fisico: elevato
Tratti a spinta: 1 ora
Tempo di percorrenza 2,30h senza soste
Percorribile da maggio a settembre


Si parte dall’abitato di Paularo dal parcheggio posto sulla sinistra subito dopo al distributore, si pedala in direzione Tolmezzo e al bivio prima del ponte si svolta a sinistra seguendo l’indicazione per Dierico, si costeggia in discesa il parco giochi e al termine si affronta la prima delle dure rampe che portano a Dierico.  


Arrivati al paese, si punta verso il centro su via Notaio Sartori e al km 1,68 si svolta in salita a sinistra su via della scuola arrivando ad un trivio a cui si dovrà proseguire dritti sulla “strada interpoderale Fau” che conduce al rifugio Chianeipade.
Bisogna porre molta attenzione che da questo punto fino al rifugio Chianeipade incroceremo diverse laterali, consiglio quindi un attenta lettura facendo attenzione ai numerosi rifermineti menzionati nella descrizione.
Al km 2,69 proseguiremo a destra in discesa tralasciando la strada che sale a sinistra verso “Cuesta libara”.


Il secondo dei numerosi crocevia lo troveremo al km 3,44 dopo un fantastico pianoro molto panoramico sulla vallata sottostante, bisogna proseguire a sinistra anche se alla vista della pendenza ci verrebbe voglia di tornare indietro.


Le rampe da qui a Chianeipade non concedono tregua e a tratti bisogna scendere dalla sella.
Al km 4,72 (Cristo in legno sulla destra) cogliamo l’occasione del terzo bivio con delle panchine e con la scusa di dare un occhio alla cartina ci riprendiamo un po’ dall’affanno, poi proseguiamo dritti mantenendo la sinistra.


Alle pendici del monte Chiastilirs, avvicinandoci sempre più a Chianeipade attraversiamo il bosco Cullar e troviamo una biforcazione a cui bisogna mantenere la sinistra in salita, km 5,37.


Manca poco a Chianeipade, ci troviamo ad un grande trivio con panchina in legno (km 5,65 freccia rossa su albero a destra) prendere la traccia a destra seguendo la freccia.


Si riparte, la pendenza cala e la vegetazione si fa fitta, poco dopo passeremo a fianco del cartello giallo “Foresta Forchiutta” e dopo qualche metro la pineta si dirada lasciando spaziare sul rifugio Chianeipade in alto a sinistra, la carrareccia aggira la costruzione fino a confluire ad un bivio che porta ad essa, (svoltando al bivio a sinistra) una sosta ristoratrice è d’obbligo.


Ripresa la via, al bivio precedentemente descritto svolteremo a sinistra in discesa (traversine in ferro sulla carrareccia)


Solo 2 bivii ci separano dall’uscire da questo labirinto di stradine, al km 7,18 dovremo mantenere la destra evitando la diramazione che sale a sinistra e al successivo che raggiungiamo poco dopo ancora a destra in discesa fino all’attraversamento del rio Cullar.


Al km 7,42 dovremo guadare il rio Cullar e con l’aiuto degli ometti (pile di pietre che segnano la via) individuare il sentiero CAI 438 che sale sulla destra (è molto visibile e protetto da staccionate per tutta la sua lunghezza).


Iniziamo l’ascesa a spinta, la traccia è ben marcata e non impegnativa e in 30-35 minuti si raggiunge un pianoro con un cippo degli alpini.
Si spinge ancora una ventina di minuti, circondati da un magnifico panorama sui rilievi e le vallate sottostanti, la casera Turriee è ormai prossima.

La casera-ricovero è in buone condizioni e dispone di 4 posti letto.

Riprendiamo la memorabile “raidata” e su un traverso (nel nostro caso nevoso) pedalabile CAI 435 ci dirigiamo alla volta di casera Forchiutta che raggiungiamo su un emozionante e veloce discesa su single seguita da un rilassante pianoro fra secolari faggi.
Durante la discesa raccomando di rimanere costantemente sulla traccia principale seguendo i segni azzurri su alberi e rocce.
Giunti a Forchiutta si apre fra la pineta un fantastico sipario sull’alta Val Incarojo, e prima di ripartire per la prossima entusiasmante e velocissima discesa è di rito udire il “rumore del silenzio” e inebriarci di questi scorci offerti dalla natura.

Giù ancora, ora su letto d’aghi di pino… e facendo attenzione a non pinzare eccessivamente il posteriore per non lasciare traccia del nostro passaggio si scende a Forca Griffon (km 12,83 quota 1248mt).
Andremo a confluire sulla forestale che proviene da Bevorchians e proprio alla destra del nostro arrivo dovremo fare attenzione a rilevare la partenza del sentiero-mulattira CAI 434.

La discesa sul 434 non va assolutamente intrapresa in solitaria in quanto la traccia è debole e con diversi passaggi tecnici fatti da guadi e arrampicate su scarpata esposta, è necessario un GPS cartografico e molta attenzione nel rilevare i segnavia CAI sulle piante.

Al km 14,86 la traccia CAI 434 attraversa il “Plan di Muele” e si dirige verso gli stavoli “Fau” con pianori e brevi risalite, in questo punto è ben marcata e impossibile perderla.
Si scende veloci su singletrack compatto fino a confluire su una carrabile, la quale va attraversata proprio di fronte sempre sul CAI 434, un tratto esposto e ghiaioso è consigliato con bici alla mano.
Il rio “Mueia” va a chiudere questa fantastica escursione, lo attraversiamo su un ponte e dopo ad esso prendiamo a sinistra in discesa (km 16,59)

Ora su sterrata ci dirigiamo verso valle e alla vista della comunale asfaltata di Dierico non ci rimane altro che seguire la segnaletica stradale per Paularo svoltando a destra, c’è da dire che risalire a Dierico dopo un tour simile è la ciliegina sulla torta… provare per credere!!!



 Deotto Devis



Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.

1 commento:

Luciano ha detto...

Salita decisamente ardua, ma le fatiche patite sono ripagate da una discesa veramente bella stile all mountain.
Lucianomtb