lunedì 17 settembre 2012

L’anello della Grande Guerra in Val Alba



Ancora adesso rivivo nella mia mente le emozioni, la fatica e lo stupore di questo estremo tour in bici.
Val Alba, questa terra così affascinante e selvaggia,  luoghi dove ancora oggi si può vedere la minuziosa opera dell’uomo, precisamente di una “razza” chiamata  Alpini, il duro lavoro, la maggior parte al freddo e con pochi mezzi, ora purtroppo tutto abbandonato a se stesso e in preda alla corrosione del tempo…

Questo non è il solito post dove descrivo tempi, altitudini, bivi ecc ecc ma un racconto di una magnifica esperienza, tratta da uno “sfizio” di noi 5 bikers, perché no… un po’ pazzoidi, che un sabato mattina di settembre sono partiti dalla piazza di Dordolla… in mountain bike!!!


Alessandro
Devis
Giuliano
Renato
Tiziano

Tre sintetici commenti prima di iniziare…


GIULIANO:

Non so quante volte guardando il Cjavalz ho provato ad immaginare cosa si poteva provare ad essere lassù ammirare la Val Alba e tutto quello che i miei occhi potevano ammirare... E stata una Gran Faticata arrivare su quella forca,,,,ma poi davanti a te un traverso con panoramica infinita...ti giri ... e alle tue spalle ammiri il sentiero che si inerpica tra le rocce....le nostre facce stanche ma fiere di essere arrivati li ,,,,,e poi... protezioni..casco...spompatina alle gomme e giu fino al Bivacco Bianchi....(c...zzo che tardi devo essere a casa per le 14:00) e giu fino al torrente Alba... qui vi ho abbandonato lo so...ma non potevo deludere la mia bambina e saltare la sua festa di compleanno.... ecco questa in breve e stata la mi prima volta lassù , su quella montagna che fin da piccolo ammiravo da casa mia... Un GRAZIE A DEVIS , TIZIANO , RENATO e ALESSANDRO per questa Fantastica ESPERIENZA!!!!!!



ALESSANDRO:

Alla fine c'ero anche io... con altri 4 bravi boy scout!
Giro di livello straordinario e di rara durezza: tempo stupendo, aria tersa, paesaggi sconvolgenti. Salite terrificanti, traverso lunghissimo e molto impegnativo, discese toste il giusto, finale in crescendo fino a Dordolla. Dire che abbiamo fatto 25km e 1.750mt di dislivello è una sintesi molto riduttiva.
Non ho la forza di postare foto, ma Gnau potrà attingere dal suo giga e mezzo di scatti...



DEVIS:

tour da ricordare e rifare, scorci di luoghi inesplorati che rimangono impressi nella mente, nell'anima e...nel fisico per alcuni giorni.
una delle escursioni più dure che abbia fatto e che più a lungo ricorderò.
ottima la compagnia di Renato,Alessandro,Tiziano e Giuliano...essenziale il continuo supporto morale che ci siamo scambiati...
fatica e in certi momenti,perché no, rabbia lungo il traverso roccioso, ma nel complesso...appagato e felice per questa bellissima esperienza.
grazie a tutti!






Non me la sento di consigliare un giro simile in bicicletta se non ai più sfegatati, appassionati e non troppo giusti con la bussola in quanto richiede, oltre che un ottima preparazione e resistenza fisica, una buona confidenza con l’esposto, a volte friabile e scivoloso, il più delle volte da affrontare con la bici in spalla e di conseguenza con una sola mano.
Siamo partiti dalla graziosa piazzetta di Dordolla, una decina di gradi sopra lo zero, il sole non c’è ancora ma c’è un bellissimo cielo azzurro…
Le bellissime calle della piccola frazione ci dirigono al sentierino che punta sul “Riu di Val” dove una sorpresa ci attende, manca il ponte e bisogna guadare…





Virgulins, una verdeggiante località che attraversiamo su asfalto andando a dirigerci verso Riulade, alla nostra destra il monte di Monticello, si sale con pendenza decisa ma non impossibile fino allo spiazzo da cui si stacca un sentierino che porta al rifugio Vualt.
Il sentiero inizia pianeggiante in una fantastica faggeta, incontriamo degli escursionisti a piedi, al sentire la nostra destinazione si lanciano in una risata ( li incontreremo poi a missione compiuta… e a quel punto abbiamo riso noi!!!!).
Iniziamo “lo spingin bike” (così lo ha intitolato Giuliano) attività che praticheremo per qualche ora fino al punto più alto dell’escursione.



Fra una battuta e l’altra, uno sguardo al fantastico scenario che si apre dinanzi ai nostri occhi guadagnamo rapidamente quota fino al bivio “Forcella Forchiadice”, un “simpatico” cartello CAI indica la nostra meta a 3 ore… ci guardiamo negli occhi e sghignazzando pensiamo ad un errore nella stampa del cartello…
Un susseguirsi di diapositive magnifiche davanti ai miei occhi, panorami mai visti, non ci posso credere che la Val Alba  racchiuda tutto questo…


La vegetazione si dirada sempre più, la grigia e compatta roccia prende il sopravvento, la traccia ora esile e molto stretta impenna, una piccola pausa e si riprende a salire fra massicciate in pietra e passerelle.




Cima della vacca, non immagino come l’uomo al tempo della grande guerra sia stato in grado di costruire un opera militare e delle gallerie in questi luoghi, purtroppo al giorno d’oggi non si pensa alla fatica costata ai nostri avi e dimenticando, il tempo piano piano porta con sé ogni testimonianza.


Lasciamo le bici e saliamo a piedi in cresta, una vista aerea ci lascia senza parole… altrettanto senza parole ci lascia lo sguardo sul prosequio del nostro percorso…


Ora si scende, per qualche metro finalmente in sella, single track sassoso, esposto e adrenalinico; fino ad un ennesima costruzione militare, dove la traccia decolla a tutti gli effetti…
L’ascesa al monte Chiavals è veramente tosta, l’aggiunta della bici, dello zaino e del casco rende il tutto ancora più difficile, un cordino di sicurezza a cui aggrapparsi fa veramente comodo…


Silenzio… la fatica ci toglie la parola, si sale ancora e poi ancora… con la scusa delle foto mi fermo a prender fiato; è proprio dura…
Alzo lo sguardo, in alto la sagoma di Renato “a mò di Rocky Balboa” segnala che la cima è conquistata… con tono sbarbatellesco canterino pronuncia : << e io sono quassuuu e tu noooooo>>, fortuna per lui che non sono dotato di fionda di precisione o  non ci sarebbe stata l’ebbrezza della discesa in bici ma con l’elicottero del 118!!!


Arrivo sulla piccola selletta, la vallata del versante opposto si apre con un magnifico traverso; ancora qualche foto, uno spuntino veloce… casco, protezioni e giù verso il bivacco Bianchi.
Nella facile discesa erbosa si riprendono le forze in attesa del trialistico sentiero CAI 428.
Sul 428 si fa sul serio, i tornantini sono stretti e chi più chi meno ricorre al nose press, ci si addentra infine in  una faggeta dal fondo perfetto e veloce.


Aimè siamo da capo… ci troviamo sul rio Alba, oltrepassato il quale siamo al bivio superato in precedenza (vedi spinging bike), Giuliano purtroppo deve rientrare a casa e prende la via di sinistra in discesa… noi, come al solito in salita!!!
Fra i quattro superstiti cala il silenzio,  l’ideatore della risalita a spinta (io), me ne sto ben lontano da eventuali lapidazioni o qualsivoglia lancio di materiale contundente (porcini, manubri, navigatori ecc ecc) e con la scusa delle foto (stavolta in mezzo al bosco) lascio i tre prendere distanza.
Eccoci al rifugio Vualt… riempite le borracce, si riprende a ???????? SPINGEREEEEEEEE!!!!




Negli ultimi metri accuso uno strano sibilo alle orecchie… sarà la fatica, sarà qualcuno che mi pensa??? Ops!!! Altro che mi pensa qualcuno… quei tre mi stanno maldicendo in 7 lingue!!!
Forcella Vualt… fine delle operazioni belliche!!! Non si pokka più!!! Ora si scende… e fino a Dordolla!!!
Il sentiero non è proprio rilassante ma godurioso, tecnico e veloce.
Tanto per sfinire le braccia l’ultimo tratto è scalinato, le calle di Dordolla come una palla da flipper ci conducono trionfanti alla piazzetta del paese…
Nella speranza di aver reso piacevole la lettura (nel frattempo ho rivissuto la giornata) e virtualmente l’idea di quello che abbiamo passato… vi invito a risintonizzarvi su questo blog, ben presto ne vedrete delle belle!!!

Mandi e… simpri….

Bulo’s & Bascta!!!


Devis Deotto (alias Gnau)

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