giovedì 11 agosto 2011

Anello dello Strabut da Cavazzo




Premessa: 

Girovagando per i sentieri della Carnia mi sono imbattuto diverse volte in dei cartelli indicanti “Cammino delle Pievi”, preso dalla curiosità su cosa fossero, ho deciso…perché no, di provarne uno in MTB…dopotutto “I sentieri delle Pievi in MTB” suona pure bene!!!
Sono partito da Cavazzo (fate gli ecologisti e partite in bici da casa, se non siete di Lignano!!!!) ma l’anello può prendere lo start dal piazzale di via del Forame di Tolmezzo (Forgiarini per intenderci).
Si tratta di un escursione per amanti del puro allmountain, rampe dalle pendenze estreme (30%) numerosi tratti a piedi, passaggi su ghiaioni esposti, sentieri che dire da trial è poco, insomma…se siete masochisti (o un po fuori come me) fatelo!!!
Vi raccomando… bici full generosa, freni a disco, protezioni ginocchia e gomiti, casco da enduro e guanti lunghi…


In breve:

km totali 24,11
dislivello totale 729
pend max salita 37,3 %
pend max discesa -37,8%



Descrizione:

La descrizione, nel mio caso, ha inizio dal parcheggio del campo sportivo di Cavazzo.
Attraverso la strada Regionale 52 prenderemo a destra alla volta di Tolmezzo, c’è la possibilità di usare la pista ciclabile a tratti fino al ponte Avons.
Oltrepassato il ponte Avons, al primo bivio gireremo a destra verso la zona industriale ed alla rotonda (monumento con un aereo) usciremo alla seconda laterale che ci porterà all’incrocio per la frazione Betania (km 6,33)
Con molta attenzione attraversiamo l’incrocio, le gambe sono calde e pronte all’ardua impresa, e iniziamo la salita non impegnativa che porta alla frazione di Illegio.
La strada non è molto trafficata e panoramica, oltrepassiamo una galleria e quasi all’abitato di Illegio (km 10,16) prendiamo la stradina sterrata di sinistra avente i cartelli citati nella premessa.


Proseguiamo su sterrato per un breve tratto fino ad un bivio da cui parte una cementata dalla pendenza assurda, dovremo proprio affrontarla…


Nei prossimi 2 km rimpiangerete di aver scelto di provare questo anello…ma è solo l’inizio!!!
La ripidissima salita vi concederà solo qualche breve pianoro in due punti, ma in compenso la vista sulla verde vallata di Illegio, sul monte Sernio non vi distoglierà dalla fatica.


Arrivati al km 12 (dopo un secco tornante a sinistra, a metà di una rampa con dei grossi faggi sulla sinistra) troveremo a destra l’inizio del sentiero molto ben segnalato CAI che avvierà la traversata dello Strabut.


A spinta portiamo la bici per una decina di metri e al pianoro…casco e protezioni on board, iniziamo la discesaaaaa! Il fondo è foglioso…quello che serve per riuscire a fare in derapata i tornantini in sella e in caso di cadute ad ammortizzare l’impatto!
Il sentiero è molto tecnico ed impegnativo…bellissimo!


Purtroppo la manna dal cielo finisce…è il momento di spingere!!!!


Un po’ a spinta, un po’ in sella la lunga traversata in piano compie una nuova impennata (km 12,40) e poi spiana consentendo di riprendere a salire in sella, purtroppo la vegetazione nasconde gran parte del panorama sottostante e dei monti sovrastanti Fusea della vallata di fronte.


Il sentiero pian piano migliora, bisogna fare molta attenzione ai ghiaioni che lo attraversano, nel dubbio è meglio scendere e portare la bici a mano.


Arriveremo al punto non ciclabile dell’itinerario (non provate a farlo in sella se non siete esperti discesisti) e con una serpentina di tornanti molto stretti perderemo notevolmente quota fino ad arrivare ad un bivio, la nostra direzione è quella di sinistra. (se avete dubbi lungo il sentiero, guardate in giro e cercate i segnavia biancorossi, in questo punto è facile perdere il sentiero.)


Dopo un breve tratto a spinta inizia un fantastico sentiero ghiaioso ma compatto, possiamo fermarci e finalmente la vegetazione si dirada consentendoci una bellissima vista sul Verzegnis e sulle pendici sovrastanti l’abitato di Fusea.


Il sentiero migliora notevolmente, rimanendo sempre tecnico, fino ad incrociare il segnavia per la cima del Monte Strabut.


Un susseguirsi di passaggi tecnici ma veloci in salita su terra battuta e sottobosco ci portano finalmente alla torre Picotta che sovrasta Tolmezzo.
Qui una sosta con vista dalla torre è d’obbligo, basta salire la scalinata che porta sul “tetto” e il panorama vi lascerà senza fiato.


Riprese le forze…ci aspetta una lunga scalinata che mette a dura prova gli ammortizzatori della bici, arrivati a fondovalle ad un quadrivio proseguiremo diritti verso un grande prato, siamo in località Pracastello.


Poco dopo, usciti dal bosco potremo ammirare nuovamente un magnifico panorama su Tolmezzo e scorgere un ampio piazzale asfaltato da cui parte la strada forestale che ci riporta alla strada percorsa all’andata.
Se non ne avete abbastanza di scalini e siete partiti da Tolmezzo…al piazzale asfaltato, prendete a destra subito fuori dal bosco, attraversate il prato e in fondo sulla destra imboccate l’ultimo tratto scalinato (muretti in sasso) che vi riporta in via del Forame
Per chi è partito da Cavazzo …basta arrivare alla frazione Betania e ripercorrere all’inverso l’itinerario per Cavazzo su asfalto, oppure all’incrocio girare a destra se siete partiti da Tolmezzo.


Deotto Devis


Chiunque decida di affrontare gli itinerari da me proposti si assume tutte le responsabilità per i rischi ed i pericoli a cui può andare incontro. Il creatore del blog non può infatti garantire la piena percorribilità degli stessi e non si prende alcuna responsabilità di tipo civile o penale in caso di danni e/o infortuni occorsi a discapito di chiunque.

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